Racket Festival

Crossing the Arts (Musica/Teatro/Letteratura)

Un Festival nel Festival

 

Nel corso del Ferrara Art Festival si svolge sempre a Palazzo della Racchetta un vero e proprio FESTIVAL NEL FESTIVAL: un programma di concerti, spettacoli, reading e presentazioni di libri. Praticamente ogni giovedì e sabato. Il GIOVEDì: LETTERATURA, TEATRO E MUSICA.

Il sabato: solo musica (vedi programma generale Racket Festival).

Tutto a ingresso libero e con servizio bar.

In ordine di apparizione...

Primo evento del Racket Festival: reportage fotografico di Beppe Tassinari

Giovedì 12 giugno 2014, ore 21: 

Rimani  spettacolo teatrale

Regia di Roberta Pazi. Con: Alessandra Bononi, Flavio Caroli, Laura Gallini, Alessandra Guerra, Nicola Santolini, Vittoria Triglione e Marco Trippa.

 

“Rimani” nasce dall' idea di indagare il rapporto di coppia nelle sue dinamiche più intime. Un uomo, una donna, un letto. Nella notte in una alternanza di buio e luce, di accoglienza e rifiuto, di recriminazioni e amore, si cercano, si strattonano, si trattengono  un uomo e una donna  disperatamente innamorati eppure incapaci di dirselo veramente, semplicemente.  Sette attori incarnano i due personaggi,  diverse identità e  diverse energie a dare corpo alle passioni contrastanti che ci attraversano inevitabilmente in una storia d’ amore.

 

La Compagnia Teatrale Piccoli Tocchi di Teatro nasce da un’esperienza decennale di laboratori e performances, della regista e attrice Roberta Pazi, prodotti dal Dipartimento di Scienze Giuridiche e dall’Università degli Studi di Ferrara. La Compagnia è formata attualmente da nove membri fissi e collabora con il musicista Danilo Colloca, che per questa performance ha composto le musiche, eseguite dal vivo. La Compagnia teatrale Piccoli Tocchi di Teatro ha portato in scena: "Perché questa notte è diversa da tutte le altre", "Cenere alle ceneri", "Nient' altro che occhi", "L' uomo nero", "Gabbie", "Le decisioni degli altri", "L (') oro", "Crociate", “ In misura crescente”


Secondo evento del Racket Festival: reportage fotografico di Beppe Tassinari

Giovedì 19 giugno 2014, ore 21: 

Presentazione dei romanzi

"a Bocca chiusa" di Stefano Bonazzi e "Radiomorte" di Gianluca Morozzi

margaret lee IN CONCERTO 

A BOCCA CHIUSA di Stefano Bonazzi
Edizioni Newton Compton
L’afa d’agosto a Ferrara è insopportabile, soprattutto se ti costringono a stare chiuso in una casa buia della periferia. Se non puoi frequentare gli altri bambini, diventi un animale solitario. Cresci somigliando ogni giorno di più al tuo aguzzino. Accogli il seme del male e lo covi per anni, lo senti crescere dentro di te, finché germoglia il desiderio di vendetta. Ma se la persona che ti ha allevato come una bestia adesso è morta, devi scegliere una vittima su cui sfogare la tua rabbia. La violenza genera violenza, ed è una belva assetata di sangue. A bocca chiusa, romanzo d’esordio di Stefano Bonazzi, racconta la genesi di un assassino. Un viaggio allucinato tra i deliri del protagonista, che parte da un’infanzia di violenze e privazioni per sfociare in un tragico finale.
Stefano Bonazzi è nato nel 1983 a Ferrara, web master di professione e grafico, da oltre dieci anni realizza composizioni e fotografie sul mondo dell’arte pop surrealista. Le sue opere sono state esposte, oltre che in Italia, a Londra, Miami, Seul, Monaco. Come autore, ha esordito nel 2011 con il racconto Stazioni di posta, scelto da Gianluca Morozzi per l’antologia Auto Grill, cui sono seguiti Morsi, contenuto nel volume Il voltatore di pagine, e Primo amore, in Bologna violenta.

RADIOMORTE di Gianluca Morozzi
Edizioni Guanda
Vi presentiamo i Colla: l’incarnazione di un ideale. Padre di successo, madre affettuosa, figlio maggiore bello e capace, figlia minore intelligente e sensibile. Cosa fanno di mestiere? Sono mercanti di felicità. Mostrano al mondo che diventare come loro si può, basta acquistare il bestseller di Fabio Colla La famiglia felice al tempo della Crisi. Milioni di lettori lo hanno già fatto e oggi i quattro sono invitati a parlare della loro ricetta infallibile in una sperduta radio di provincia. Ma una volta entrati in studio, senza cellulari per non disturbare la trasmissione, l’intervista prende una piega spiacevole. Le domande si fanno incalzanti. Poi le porte si chiudono. Infine Kristel, la giovane dj, comunica soavemente che uno dei quattro non uscirà vivo di lì. Chi? Lo decideranno loro. Non esiste un modo per salvarsi. Ma è possibile ritardare il gran finale comprando tempo in cambio di parole: raccontando i più terribili segreti. E dal passato dei Colla riemergono gli incubi rimossi della «famiglia perfetta ». Sospinti dalla paura, i Colla mostrano il loro vero volto. E il mito dell’armonia familiare si dissolve in una trama sempre più nera...
In questo romanzo dal ritmo serrato Gianluca Morozzi ritrova le atmosfere e la suspense diBlackout, chiudendo tra le quattro mura di uno studio radiofonico un gioco di specchi, di verità, di orrori sepolti nell’idillio dell’Appennino bolognese
Gianluca Morozzi è nato nel 1971 a Bologna, dove vive. Ha pubblicato i romanzi Dieci cose che ho fatto ma che non posso credere di aver fatto, però le ho fatte, Accecati dalla luce e la raccolta di racconti Luglio, agosto, settembre nero, tutti usciti da Fernandel.

MARGARET LEE presenta: Giacomo Marighelli
«Un percorso, come del resto la vita. Si parte dal negativo per arrivare attraverso la purificazione al positivo. Storie personali, storie di cronaca, storie passionali. Giacomo Marighelli come qualunque cittadino, come persona comune, come il proprio vicino di casa. Giacomo Marighelli come Giacomo Marighelli, si pone domande, racconta di se e pregunta a Jodorowsky Alejandro come si può amare, nonostante la negatività ci perpetui. Margaret Lee ci racconta questo percorso attraverso storie, ove la purificazione avverrà grazie allo stesso Jodorowsky che risponde alla domanda di Giacomo (leggendo una sua poesia: Por Osmar), dove “a modi” mantra anziché dare risposte dà affermazioni, portando l'ascoltatore a riflettere. Come se la sua risposta fosse un koan da risolvere.»
-Rumore: "49 minuti d'inquietudine e rabbia scaraventate in pieno viso, urticanti come gocce di limone stillate negli occhi senza soluzione di continuità."
-Blow Up: "Il cantautorato rock di Giacomo Marighelli è sempre sopra le righe"
-Rockerilla: "OTTIMO LAVORO"


Terzo evento del Racket Festival: sabato 21 giugno, concerto di Enrico Cipollini (prima parte) e dei Chewing-gum (seconda parte); reportage fotografico di Beppe Tassinari

Sabato 21 giugno 2014, ore 21

ENRICO CIPOLLINI E CHEWING-GUM IN CONCERTO

ENRICO CIPOLLINI

Chitarrista/cantante e autore di Ferrara. Allievo di Marco Bovi per un anno e poi di Roberto Formignani presso la Scuola di Musica Moderna di Ferrara dove completa il corso di chitarra triennale. 

Suona e canta stabilmente con UNDERGROUND RAILROAD , VIOLASSENZIO e FREE JAM.

Con queste band si è esibito in diversi festival e locali come  IMOLA IN MUSICA, BUSKERGARDEN, MOTORSHOW, NAIMA, BLUESUGAR, RENFE, ZUNI etc..

 Con entrambe le band UNDERGROUND RAILROAD e FREE JAM ha vinto il concorso nazionale obiettivo Blues-In esibendosi per due volte sul palco centrale del PISTOIA BLUES FESTIVAL . Ha suonato come ospite con NINE BELOW ZERO, TOLO MARTON, ANDY J FOREST, THE BLUESMEN, JAMES MONQUE'D etc..

Recentemente ha dato vita a un progetto solista di brani originali dove le canzoni vengono proposte in acustico nella loro forma più semplice (chitarra e voce).

ENRICO CIPOLLINI su VILLAGGIOMUSCALE

CHEWING - GUM

I Treccani nascono nel 2012 come cover duo acustico, composto da Riccardo Danieli alla voce e alle tastiere e Luca Boscolo alla voce e alle chitarre. Il loro repertorio spazia dai grandi successi rock del passato fino ai brani pop più attuali. Nonostante i soli due componenti hanno un sound molto ricco grazie all'uso della loop station; apparecchio che gli permette di sovrapporre diverse traccie registrate nel momento. In questi due anni di attività hanno suonato in diversi locali della provincia di Ferrara e di Rovigo. Particolarmente coinvolgenti ed appaganti sono state le serate in riva al mare, negli stabilimenti balneari  della riviera veneta ed emiliana. Grazie al loro sound ricco e potente il pubblico diventa parte integrante dello spettacolo.

Negli ultimi tempi, il duo è stato soggetto a diverse evoluzioni sia di forma che di contenuto che hanno portato all'ingresso di un contrabbassista, Biagio Modena che completa ulteriormente il loro sound.


Quarto evento del Racket Festival: giovedì 26 giugno, concerto dei Pietra Muta; reportage fotografico di Beppe Tassinari

Giovedì 26 giugno 2014, ore 21: 

pietra muta in concerto 

Da La Nuova Ferrara, 12 luglio 2012

Dal garage al palco

Pietra Muta: chitarre acustiche che gridano agli anni novanta

FERRARA. Le rocce e i sassi non emettono suoni fin quando non vengono battuti gli uni contro gli altri. Sonorità, quindi, molto semplici, prive di artefizi, come quelle prodotte dai Pietra Muta band...

FERRARA. Le rocce e i sassi non emettono suoni fin quando non vengono battuti gli uni contro gli altri. Sonorità, quindi, molto semplici, prive di artefizi, come quelle prodotte dai Pietra Muta band ferrarese sorta nel 2010. Poche alchimie, musicalità cupa ma incisiva, i testi danzano tra nostalgia e desiderio di gioia, redenzione lontana espressa costantemente da voci trascinanti e fluide melodie. Poco di questo progetto assume una forma reale, definita, e l'anno scorso I Pietra Muta incidono, presso l'Animal House Studio, il loro primo album dal titolo “Niente e nessuno”. Le canzoni di spicco sono Chakra, Limite e Aria, Pietra muta (come il nome del gruppo) e rappresentano l'identità musicale di un progetto orientato verso l'esplorazione dei sentimenti e dei pensieri della gente comune, tra la folla e la solitudine. Le prime date dislocate tra le province di Ferrara, Bologna e Rovigo, sono un ottimo risultato. Le esibizioni dal vivo dei pietra muta sono un misto di brani propri e cover di gruppi giunge e dintorni, che divengono presto un momento di musica compatta, attraente per il pubblico, e stimolante per i musicisti. Guai ad usare l'elettronica, il loro genere ricorda il grunge anni '90 fatto solamente di chitarre acustiche. A cavallo tra il 2011 e il 2012, il gruppo lavora e produce un buon numero di nuovi brani originali ultimati questa primavera, incisi successivamente nel secondo album. Uscirà a settembre, ma già dal titolo si evince qualcosa di importante, la nuova fatica discografica: Stazione Radio. Dalla lotta interiore, dal dubbio che immobilizza i pensieri, la direzione musicale diviene l'esterno, un luogo in cui solitamente si vive incuranti, un luogo dove i sentimenti vengono sepolti. L'opera racchiude alcuni dettagli sfuggenti da incorniciare in melodie e testi più maturi, più vivi nella loro evoluzione. Le prossime esibizioni dal vivo daranno la possibilità ai Pietra Muta di presentare il nuovo album, e nel frattempo di trarre nuovi stimoli e idee per successive sperimentazioni musicali. Entrambi i dischi sono autoprodotti, liberi da ogni vincolo di etichetta e i brani esclusivamente originali.

Corrado Magnoni

PIETRA MUTA official


Quinto evento del Racket Festival: concerto dei D Drop e dei Digital Monkey. Foto di Beppe Tassinari

Sabato 28 giugno 2014, ore 21

DDROP E DGTLMONKEY IN CONCERTO 

DDROP

Band Rap Core nata a Ferrara nel 2013 in corretto stile old school; cinque componenti,tre generi diversi sviluppati e cresciuti interamente in sala prove;

Rap Core indipendente nel pieno rispetto delle regole underground. 

DDrop On Stage :

Misfits - MC

Gral - MC

San Bro - Guitar

Pietrov - Bass

Nico boy - Drum

DGTLMONKEY

Due album all’attivo per Fu.Nch e Rustblade, una collaborazione con Hanin Elias (Ex Atari Teenage Riot), ottime recensioni dalla critica internazionale di settore e diversi remix all'attivo. Questo è Dgtlmonkey, un progetto di musica dance dalle contaminazioni più disparate, che sfociano in uno spettacolo live in cui

sintetizzatori, basso e batteria si rincorrono e si intrecciano dando vita a una miscela esplosiva di electro, breakbeat, techno, rock e funky.

DGTLMONKEY OFFICIAL

Sesto appuntamento del Racket Festival: Carmelo Pistillo e Laura Trapani. Reportage fotografico di Beppe Tassinari

Giovedì 3 luglio 2014, ore 21

LA POESIA NON DEVE CHIEDERE SCUSA– Recital musical - letterario con l’autore Carmelo Pistillo (voce narrante) e la musicista Laura Trapani (flauto traverso). Musiche e testi di autori vari, da Corazzini a Debussy.

 

Partendo dal suo ultimo libro, Le due versioni del cielo, Carmelo Pistillo s’interroga sul significato della poesia e sul mutamento antropologico della figura del poeta. Nel viaggio attraverso il tempo, con il contrappunto di brani musicali suggestivi ed evocativi (Debussy e altri) suonati dal vivo dalla flautista ferrarese di adozione Laura Trapani, lo scrittore e uomo di teatro milanese rievoca alcuni grandi poeti del passato, da Palazzeschi a Pavese, Corazzini, Sanguineti, poeti cui di tanto in tanto  presterà la propria voce e interpretazione… Cos’è la poesia, cos’è l’ispirazione, perché la poesia non può fare a meno della propria oscurità? E perché l’uomo contemporaneo ha ancora bisogno di questo piccolo miracolo emotivo che prende forma su un foglio bianco?

 

Carmelo Pistillo vive e lavora a Milano. Nel 1982 per la casa editrice Società di Poesia di Milano, ha promosso e presentato il Festival di Poesia a Milano, svoltosi in Piazza Duomo con la prestigiosa partecipazione di Raphael Alberti, Edoardo Sanguineti, Luciano Erba, Franco Loi, Roberto Vecchioni, e altri numerosi poeti e artisti. Ha collaborato con HYSTRIO, trimestrale di spettacolo dove ha svolto l’attività di critico teatrale e letterario. Dal 1984 al 2001, insieme al fratello Luigi, è stato Direttore Artistico e produttore di numerose iniziative e rassegne culturali. Nel 1994, sempre con Luigi, ha creato LOMBARDIA FESTIVAL, manifestazione multidisciplinare di Teatro, Musica e Poesia a cui hanno partecipato attori come Rocco Papaleo, Ugo Pagliai, Paola Gassman, Luigi Pistillo, Mita Medici, Marco della Noce, cantautori come Roberto Vecchioni, Biagio Antonacci, Vinicio Capossela, Enrico Ruggeri, Marco Masini, Tullio De Piscopo, Daniele Silvestri, Riccardo Fogli, band storiche come i Nomadi e gli Area, scrittori e intellettuali come Fernanda Pivano, Massimo Fini, ecc. ecc.. Per molti anni ha lavorato con Antonio Porta, una delle principali voci della poesia del secondo Novecento, scrivendo spettacoli di poesia portati in tournée nelle scuole e nei maggiori teatri italiani. Suoi testi teatrali, come Sosia in nero, Passione Van Gogh e Danzando Galileo, sono stati messi in scena con la sua regìa.

Pubblicazioni: L’INTER- ESSE PER LA PSICANALISI (1981); LA LOCANDA DELLA CHIGLIA (POESIA, 1986, Premio Camaiore Opera Prima); L’IMPALCATURA (POESIA, 1992, Premio Speciale Guido Gozzano); QUADERNO SENZA RIGHE (POESIA, 2008); MABUSE (TEATRO, 2009, Premio teatrale Alessandro Fersen); I PONTI, I CERCHI (POESIA, 2011). TI DICO CHE NON HO SOGNATO (NARRATIVA,  2012) LE DUE VERSIONI DEL CIELO (POESIA – 2013)

 

Laura Trapani, nata a Corpus Christi Texas Usa si è diplomata in lingue ed al conservatorio di Milano “G.Verdi”, sotto la guida del maestro Gabriele Gallotta. Si è poi laureata conseguendo il diploma di secondo livello a pieni voti presso l’istituto “OrazioVecchi” di Modena, con una tesi di laurea su Edgard Varèse in collaborazione con l’università di Parigi II.

Nell’estate del 2008 ha conseguito il diploma in metodologia dello strumento e pianoforte con Stefano Darra. Ha frequentato numerosi corsi di alto perfezionamento con musicisti di prestigio internazionale, come Philippe Bernold,Michele Marasco,Andrea Oliva,Glauco Cambursano.

Dal 1999 al 2000 è stata primo flauto presso l’Orchestra di fiati del Conservatorio di Milano, con la quale si è esibita in qualità di solista. Nell’anno 2000 ha conseguito il terzo premio al Concorso Internazionale di Esecuzione Musicale “Johannes Brahms” di Aqui Terme ed è’ stata semifinalista e migliore flauto alla quinta Rassegna musicale di Castrocaro Terme.

Ha partecipato al torneo internazionale di musica (TIM competition) ricevendo il diploma d'onore per due anni consecutivi. Nell’anno 2008 è stata poi commissario nello stesso torneo. Ha vinto poi numerosi concorsi e borse di studio ed ha avuto l’opportunità di perfezionarsi suonando con le prime parti dei Berliner,con l’orchestra “G.Verdi” di Milano, ed ha eseguito numerosi concerti solistici in alcuni teatri e rassegne italiane e straniere.

Le sono state dedicate numerose composizioni per flauto da Maercel Dortort, membro del International composers of New York e da Tomas Blank,compositore e produttore per l’etichette Naxos ed Emy music.

Da alcuni anni organizza concerti da camera in Provincia di Modena quale direttore artistico della “stagione concertistica dell’alto Frignano”nella quale ha avuto ospiti quali Il maestro Roberto Fabbriciani,Antonello Farulli,Marcel Dortort,Tullio Zorzet,Stefano Furini,Emmanuele Baldini,Benjamin Bernstain ed altri artisti Italiani.

 


Settimo appuntamento del Racket Festival: Ni Na in concerto. Reportage fotografico di Beppe Tassinari

Sabato 5 luglio 2014, ore 21

 

NINA IN CONCERTO

NI NA

New Idea No Artist

TdE Music ProductionZ - 2014

"La nuova scommessa di Momo Riva e del TdE Studio arriva da Ferrara. È un duo. Si nutre di pop, ma vive di elettronica. NI NA è il suo nome in codice. Sta per New Idea No Artist ed è alle prese con la sua prima pubblicazione ufficiale. Un ep. Quattro brani. Due voci. Due esseri umani alle spalle. Giacomo Tebaldi. Luca Rizzo. Poi è tutto un tripudio di synth, cavi e processori per quella che nelle intenzioni del nuovo dinamico duo pare essere un lungo viaggio verso luoghi fantastici e irreali che solo un processo di ricostruzione mentale consente di visualizzare nella realtà. Un loop continuo e incessante che si abbatte sull'ascoltatore viziandolo e stuzzicando la sua fantasia. Qualche chitarrina qua e là, giusto per inseguire la linea del basso al solito usato alla perfezione per confezionare ed amalgamare il tutto."

Andrea Barbaglia, terapiemusicali.blogspot.it

 

NI NA OFFICIAL


Ottavo appuntamento del Racket Festival: La luce della luna. Reportage fotografico di Beppe Tassinari

Giovedì 10 luglio 2014, ore 21,30: 

la luce della luna spettacolo teatral-musicale

 

Testi di Saffo e di Christine Pruner. Musiche di Erik Satie. Con Benedetta Faucci (soprano), Francesco Giannoni (pianoforte), Catia Gianisella (Saffo) e Mariya Voznyuk (Attis). Regia di Virgilio Patarini

 

La struggente storia d'amore tra la poetessa Saffo e la giovane Attis affiora dagli abissi della Memoria: dapprima indugia, galleggia sulle note delle canzoni di Satie cantate dal soprano Benedetta Faucci accompagnata al piano da Francesco Giannoni, per essere poi incarnata sulla scena dalla presenza sensuale e drammatica dei corpi e delle voci dell'attrice Catia Gianisella (Saffo) e della giovane debuttante Mariya Voznyuk (Attis). L'autrice Christine Pruner ricostruisce la vicenda e più in generale l'atmosfera delle notte di Lesbo intrecciando frammenti poetici della stessa Saffo con brevi raccordi narrativi di suo pugno che aiutano a decifrare le situazioni e guidano l'immaginazione, ma in punta di piedi, solo suggerendo, evocando... E su questa linea si pone anche la regia di Patarini che costruisce una trama sottile fatta di gesti misurati, di parole dette con la semplicità del cuore, e ricca di echi, rimandi appena accennati... Le parole e la musica si rincorrono, riecheggiano... a tratti brevi ma intense azioni sceniche sottolineano un momento, un'emozione, in un tempo sospeso che dilata la percezione delle cose, trasformando azioni quotidiane e semplici parole di tutti i giorni in qualcosa d'altro, e tende ad una dimensione che forse è proprio quella del mito.

 

MARIYA VOZNYUK

Mariya Voznyuk in arte Mary Noise di origine ucraina nata nel 1990

Nel 2011 si laurea in Amministrazione Europea, University of Management and Administration a Zamość, Polonia.

Nel 2011 si iscrive al Università di Bologna e inizia lavorare come modella e comparsa.

Ha lavorato per noti machi come BY FAMA e Goa Goa.

In Italia tutto inizia nel 2012 quando Mary partecipa al WORKSHOP di beneficenza per le vittime del terremoto “IO SONO FOTOSOLIDALE” a Ferrara, poi appare come comparsa nel film di Matteo Vicino “OUTING - FIDANZATI PER CASO” (2012), sfilata su Odeon TV Bologna, cantante rock(2013), pubblico su RAI2 (Italia sul due- Livia ed Alessia), protagonista dei videoclip (Call Me Deceiver  “If it makes You feel better”,  Thee Mutandas “My Girlfriend”), testimonial per i video del progetto per hairstylists CONSEPT, lavora come modella per il progetto VELVET GIRLS di Anthony De Luca. L’ultimo videolavoro è stato uno spot sociale per l’associazione di volontariato ALBERO DI CIRENE ONLUS,girato da 8xmille.

Nel 2012 in collaborazione con il fotografo ferrarese Marcello Zappaterra crea il progetto chiamato “ANDROGYNY PROJECT- We all have an opposite sex”

 MARY NOISE OFFICIAL

 

CATIA GIANISELLA

con un’esperienza ormai ventennale come attrice sui palchi della provincia ferrarese

Laboratorio triennale

1990-1993 “Dall’improvvisazione al testo” diretto da Massimo Maluccelli

Esperienze Teatrali:

1990 “Opera da tre soldi “di B. Brecht; 1991 “Je est un autre” oratorio drammatico su A. Rimbaud; 1992 “I giganti della montagna” di L. Pirandello; 1993 “Far l’amore non è peccato” di A. Campanile, “L’arte della commedia” di E. De Filippo; 1997 “Crimini del cuore” di B. Henley; 1998 “La stanza di Marvin” di S. McPherson; 1994 “Concilio d’amore” di O. Panizza; 1996 “Il malinteso” di A. Camus; 2011 “Delitti esemplari” di M. Aub, “L’Orso” di A. Cechov; 2012  “La domanda di matrimonio” di A. Cechov

 


Nono appuntamento del Racket Festival: Big Kahuna in concerto acustico (Andrea Perez Cera). Reportage fotografico di Beppe Tassinari

Sabato 12 luglio 2014, ore 21,30

Big Kahuna in concerto acustico

Con Andrea "Perez" Cera

 

Esibizione in acustica di Big Kahuna. Il chitarrista e compositore Andrea “Perez” Cera eseguirà in acustica, chitarra e voce, il ricco e variegato repertorio di brani originali del gruppo ferrarese, canzoni di grande impatto “rock”, ma ricche di contaminazioni che variano dal punk al reggae, allo ska, con testi in inglese e musiche di presa immediata.

I Big Kahuna sono un trio rock/punk/reggae/ska di Ferrara composti da Andrea “Perez” Cera (voce e chitarra), Giacomo “Tebo” Tebaldi (basso) e Michele “Miky” Massellani alla batteria.

I tre dopo svariate esperienze nel panorama musicale estense decidono ad aprile 2013 di dar vita a questa nuova realtà che in breve tempo si è affacciata come essere una delle più interessanti della scena, conquistando con la loro energia concentrata in tre minuti per ogni canzone i consensi del pubblico.

Nell’ultimo anno si sono esibiti in svariate occasioni nei vari locali e manifestazioni della città e oltre (si ricordano tra le altre l’apertura al concerto di Paul Heaton & Jacqui Abbott – ex Housemartins, la partecipazione al Mo.Nu festival a Montiano nei pressi di Grosseto, l’apertura recente del RELOAD festival a Ferrara). Lo scorso Settembre la band si è imbarcata verso la Gran Bretagna per il loro “it’s never too late to be our way UK tour” che li ha visti suonare al Bannerman’s di Edimburgo ed al mitico Roadhouse di Manchester (locale che ha visto negli anni esibirsi artisti del calibro di Placebo, Muse, the National agli albori delle loro carriere).

Attualmente attivissimi stanno portando in giro il loro primo disco totalmente autoprodotto dal titolo “Have no fear…The Big Kahuna is here!!!” 

Tutte le news, foto, le date dei concerti li potete trovare sulla loro pagina facebook  www.facebook.com/Bigkahunaband   mentre i brani estratti dal loro disco sono in streaming gratuito al link www.soundcloud.com/big-kahuna-44100


Decimo appuntamento del Racket Festival: Artan in concerto. Reportage fotografico di Beppe Tassinari

Giovedì 17 luglio 2014, ore 21

FUORI MODA - ARTAN IN CONCERTO

Da www.estense.com , 22 marzo 2014

Artan, l’orgoglio di essere ‘Fuori Moda”

Dalla difficile infanzia nei Balcani alla rinascita in Italia, la storia di un musicista che non teme di dire ciò che pensa

 

«Sangue albanese, accento vagamente romagnolo e chitarra in spalla. Così si presenta il cantautore 33 enne Artan Fuorimoda. Una storia quantomeno singolare, la sua: arrivato in Italia a 17 anni, nel 1997, Artan Rroku, ha vissuto da vicino le ripercussioni dell’escalation di tensione che dagli inizi degli anni ’90 caratterizzò i rapporti tra albanesi e serbi per l’indipendenza del Kosovo. Un’escalation che, com’è tristemente noto, dopo le politiche repressive inaugurate da Slobodan Milosevic, portò entrambe le etnie a macchiarsi dei crimini che riportarono i Balcani nel caos. Da qui la fuga di Artan verso un’indipendenza civile, politica e – non ultima – intellettuale, che il cantautore Ferrarese di adozione non dimentica quando si tratta di osservare, attraverso i testi delle sue canzoni, anche la realtà italiana. [...]

In Italia il giovane Rroku cambia vita, cominciando a frequentare i ragazzi italiani e dando vita alle prime band (la prima si chiamerà proprio K-For, un omaggio al contingente Nato che riportò la pace nel Kosovo). Ma senza dimenticare dalle sue ‘salvatrici’ che il vero impegno non ha bisogno di passare sotto le luci della ribalta. “È per questo che il mio nome d’arte è Fuorimoda – racconta il cantautore -: molti pensano che se non riesci ad arrivare sui grandi palcoscenici o a Sanremo non sarai mai nessuno. Ma io credo che il vero successo consista nel sapere di aver giocato la propria parte e nell’essere soddisfatti del proprio lavoro, un discorso che non vale solo per la musica, ma anche per il giornalismo e per tutti gli altri ambiti”.»

 

Ruggero Veronese

Undicesimo appuntamento del Racket Festival: Diario di un pazzo. Reportage fotografico di Beppe Tassinari

Sabato 19 luglio 2014, ore 21,30

diario di un pazzo spettacolo teatrale

Testo, Regia e Interpretazione di Virgilio Patarini.

Musiche di Margaret Lee.

E con la partecipazione di Mary Noise

 

Un mediocre e oscuro impiegatuccio della elefantiaca macchina burocratica dell'impero zarista si invaghisce perdutamente della giovane e frivola figlia del suo direttore. L'oscuro impiegatuccio legge molto e disordinatamente e nutre la sua fertile e sgangherata immaginazione di tutto quello che di più improbabile pubblicano i giornali moscoviti. Egli è una minuscola, meschina e inutile rotella della grande e altrettanto inutile macchina dello Stato e la bella figlia del Direttore ovviamente nemmeno sa che esiste, ma egli tuttavia coltiva ambizioni smisurate e mette in atto un piano a dir poco delirante per ottenere informazioni sulla sua "bella" e il padre di lei: niente di meno che intercettare la corrispondenza tra Maggie, la cagnetta della figlia del Direttore, e un'altra cagnetta di nome Fidèle! In un crescendo grottesco e surreale di situazioni del tutto improbabili egli da quella corrispondenza verrà a conoscere il suo tragicomico e ineludibile destino, il che lo porterà a sprofondare sempre più nel suo delirio di onnipotenza e nel suo parallelo rifiuto della banale realtà quotidiana.

 

A distanza di quasi 15 anni dal suo debutto sulle scene milanesi (al Teatro Libero prima e poi al Teatro della Memoria) Virgilio Patarini rivisita per il Racket Festival un suo spettacolo "storico": "Il Diario di un pazzo", liberamente tratto dall'omonimo racconto di Gogol, presentandone sul palco del Palazzo della Racchetta una nuova versione, con le musiche originali (e suonate dal vivo) del giovane musicista, cantante e compositore ferrarese Margaret Lee e con la partecipazione dell'altrettanto giovane e ferrarese d'adozione Mary Noise (Mariya Voznyuk).

 

http://www.virgiliopatarini.com/teatro/regie/il-diario-di-un-pazzo/


Dodicesimo appuntamento del Racket Festival: (IN)potenza. Reportage fotografico di Beppe Tassinari

Giovedì 24 luglio 2014, ore 21: 

(in)potenza spettacolo teatrale

Testo e Regia di di Riccardo “Fritz” Piricò

Interpreti & Personaggi: Massimo Barberi - Jack lo spermatozoo; Alessia Bedini - La dottoressa; Valentina Rho - Silvy la moglie; Riccardo Piricò – Fred

 

In epoca di bunga bunga, di machismo ostentato, ecco un microcosmo dolce e amaro di un uomo che invece rinuncia al suo ruolo biologico di “predatore di femmine”, e si arrende, perché scopre di essere sterile. L’insuccesso come uomo, il disfacimento fisico e morale che ne consegue, è dall’altra parte sorretto dalla necessità di dover sopravvivere al proprio fallimento in qualche maniera. Un racconto leggero e crudele, una via crucis visionaria, popolata da presenze strampalate, gatti divenuti maestri di vita, e spermatozoi che parlano.

Trama

Fernando è il classico uomo che vive pensando che ci sia sempre tempo per decidere di diventare padre. Spinto con insistenza dalla moglie Silvy, fa le analisi e scopre di essere infertile. Dopo un scontro con l’androloga, cerca conforto dalla moglie, che per tutta risposta gli rivela invece che è incinta. Tutto frana: Fernando si isola, se ne va la moglie, si eclissano gli amici, se ne va anche la gatta di casa, poiché anche lei rimasta in cinta per l’ennesima volta. Un giorno non si sa come, forse per una improvvisa polluzione notturna, compare uno spermatozoo. Uno solo non è abbastanza per avere un bambino, anche con le moderne tecniche. Ma almeno rimane lui l’ultimo compagno di quella desolazione. Fernando morirà, senza figli, ma qualcosa gli sopravvivrà. Uno spermatozoo. Congelato nell’azoto.

Personaggi

Fernando:  il protagonista. Fino alla notizia della propria infertilità vive navigando negli classici stereotipi maschili. Pensa che il suo futuro da padre di famiglia potrà essere gestito, con la stessa disinvoltura di quando era single. Quel momento non verrà mai. Trova qualcosa, nel momento in cui la perde

Silvy:   La moglie di Fernando. E’ una donna che vuole un bambino a tutti i costi, e questo autorizza anche la relazione extraconiugale. Doppiogiochista.

L’amico: sarà il destinatario dei principi di Fernando, almeno fino al punto in cui Fernando non scoprirà la sua infertilità. Entrambi non considerano mai abbastanza le vere conseguenze di ciò che fanno. L’amico si lascia convincere a fare un folle notte di sesso con una ragazza conosciuta al bar, proprio la sera prima delle nozze. Questa “avventuretta” avrà un gran peso sul matrimonio, e sull’amicizia con Fernando

L’androloga rivela l’impotenza a Fernando. Cerca di guidarlo nel decorso psicologico, per quanto può farlo una donna con un uomo. E’ una dottoressa, fredda per definizione, ma all’occorrenza sa essere umana, perché riconosce la sofferenza e cerca di assisterla come può.

La gatta  una specie di Dea di fertilità. Ribadisce a Fernando le semplici regole di natura, per svelare tutte le sovrastrutture di Fernando. La gatta romperà l’amuleto tanto caro a Fernando, l’ultima sua ancora di salvezza.

Lo spermatozoo sarà l’ultimo compagno di vita di Fernando, e per tutto questo periodo sarà la sua vittima e carnefice


Tredicesimo appuntamento del Racket Festival: We're all to Blame. Reportage fotografico di Beppe Tassinari

Sabato 26 luglio 2014, ore 21,30

WE'RE ALL TO BLAME IN CONCERTO

 

We're All To Blame è un mix di calde atmosfere, bassi distorti, ritmi potenti e testi insoliti. Alternative rock e musica sperimentale con un sottofondo di elettronica. La band si è formata a Ferrara nel 2012, composta da Artiom Constantinov - tastiere, Erika Finessi - voce e Fabio Navarra - batteria. Hanno pubblicato il loro primo EP intitolato 'We're All To Blame', nell'autunno del 2012.  Nel febbraio 2013 esce il loro singolo 'Light' distribuito dall'etichetta SKPMZ label. In giugno il loro singolo 'Light' è stato incluso nella compilation internazionale dedicata a Ernest Hemingway distribuita dall'etichetta HAZE netlabel.

Quattrordicesimo appuntamento del Racket Festival: Alessandro Baito e i Rain Dogs in the Fog. Reportage fotografico di Beppe Tassinari

Domenica 27 luglio 2014, ore 21,30: 

BREVE VIAGGIO ALL'INFERNO E ALTROVE recital teatrale

RAIN DOGS IN THE FOG performance teatral-musicale

 

BREVE VIAGGIO ALL'INFERNO E ALTROVE

Con Alessandro Baito. Testi di Dante Alighieri

 

RAIN DOGS IN THE FOG

Testi di Prevert, Campana, Patarini, Mameli, Pavese e altri. 

Musiche dei Rain Dogs e altri.

Con la partecipazione straordinaria di Paolo Bertelli, Mary Noise e Yaryna Lastovetska

 

"I sultani dell'approssimazione" nascono dal malaugurato incontro tra Stefano Accorsi (chitarra e voce), Riccardo Fritz Piricò (tastiere e voce) e Virgilio Patarini (voce). Nessuno dei tre sa davvero suonare o cantare decentemente e nella vita fanno altro (il pittore, l'attore-regista, l'artista-curatore) e inoltre non vanno d'accordo praticamente su nulla, non solo in campo musicale o letterario, ma anche politico, pratico, esistenziale. Per non parlare dei gusti in fatto di donne. Ma vantano una lunghissima frequentazione e collaborazione reciproca in campi paralleli alla musica: in teatro Patarini e Piricò, nell'arte contemporanea Accorsi e Patarini. Dalla loro nascita (o aborto?) si sono esibiti pochissime volte, in contesti spiazzanti: la galleria Zamenhof a Milano, Palazzo Zenobio a Venezia. Contaminano l'alto col basso, il teatro con la musica. Di solito si divertono.


Quindicesimo appuntamento del Racket Festival: Come la neve di primavera. Reportage fotografico di Beppe Tassinari

Giovedì 31 luglio 2014, ore 21,30: 

come la neve di primavera

monologo teatrale

Testo di Michele Govoni. Regia di Virgilio Patarini.

Interprete: Vittoria Triglione

 

Domitilla ha 39 anni, un peso nel cuore e una certezza: la gioia che le dà il sabato. Proprio in un sabato qualunque, durante il rito del trucco prima di uscire, Domitilla si racconta attraverso frammenti della sua vita; i suoi ricordi divengono i nostri e lo strano stream of consciousness che viene delineandosi sembra farsi presente ai nostri occhi come fosse dipinto. Domitilla ci accompagna attraverso le sensazioni umane di una donna che, davanti allo specchio, sta guardando non solo se stessa, ma un pezzo di umanità. Tutto è avvolto da un’aria delicata e leggera che va facendosi più pesante man mano che il racconto procede. Come la neve di primavera, metafora non solo di un’esistenza ingannevole, ma anche del senso di tutto il monologo, rivela così, solo nel finale, la verità di questo sabato di confidenze solo apparentemente velate.


Sedicesimo appuntamento del Racket Festival: Art Rock Night. Reportage fotografico di Beppe Tassinari

Sabato 2 agosto 2014, dalle ore 22 alle ore....: 

ART ROCK NIGHT

Tutto in una notte...

Sul Palco, in una serie di concerti consecutivi:

THE TIES AND THE LIES,

NOT THE PILOT,

RAIN DOGS IN THE FOG,

MARGARET LEE,

BIG KAHUNA (ANDREA “PEREZ” CERA),

ENRICO CIPOLLINI

 

 

In principio era Neil Young che nel 1979 componeva una pietra miliare del Rock and Roll: “Hey hey, my my”, presente in due differenti versioni nell’album “Rust never sleeps” (La ruggine non dorme mai”). 

Ecco questa serata tra arte e musica del Racket Festival, altro non è che una parafrasi di quella canzone. Sia sul fronte musicale che su quello dell’arte visiva. 

La canzone di Neil Young è un esplicito, potente inno del Rock, senza se e senza ma: “Rock and roll can never die” (Il Rock and Roll non morirà mai). E ancora: “Rock and roll is here to stay” (Il Rock and Roll è qui per rimanerci). Con tutta la sua carica di energia e di trasgressione. Di anti-retorica. E quello di cui parla Neil Young è un Rock dai confini molto ampi: da quello di The King (Elvis Presley) a quello di Johnny Rotten dei Sex Pistols, entrambi citati espressamente nella canzone. Senza dimenticare che a questa canzone è legato anche il tragico epilogo della vita di Kurt Cobain dei Nirvana, che in un biglietto lasciato prima di togliersi la vita scrisse come addio proprio il verso di Young: “La ruggine non dorme mai”. E così questa serata offre un ampio spettro di Rock ferrarese e non solo, una specie di maratona rock di ben sei brevi concerti consecutivi di altrettante formazioni, tra singoli performers e band che si esibiranno nei vari spazi del Palazzo della Racchetta, tra cortile e sale interne: un programma davvero intenso e ricco, originale e articolato, che passa dalle sonorità decisamente psichedeliche dei Not the Pilot al mix di Rock Indie e New wave dei The Ties and the Lies, dalle contaminazioni tra teatro, poesia e rock dei Rain Dogs in the fog, all’anticonformismo teatrale e vagamente punk di Margaret Lee, dal rock energico e coinvolgente di Andrea “Perez” Cera dei Big Kahuna, fino alle atmosfere raffinate e blues di Enrico Cipollini. Una sinfonia rock variegata e potente, raffinata e solida, che testimonia la straordinaria vitalità del panorama pop-rock ferrarese (cinque formazioni su sei sono ferraresi)

 

 

THE TIES AND THE LIES

Band indie/new wave. L’attività live della band, dopo solo l’uscita di un breve demo tape è immediatamente intensa e frenetica, e offre ai thetiesandthelies l’opportunità di esibirsi su alcuni dei palcoscenici italiani più importanti della scena rock e non solo, come il Covo e l’Estragon di Bologna, il Vox di Nonantola, il Velvet di Rimini, il Viper di Firenze e il Wah Wah di Venezia. L’ep “hello tokyo” esce nell’estate 2007: un prodotto energico, profondo e a tratti addirittura dark che viene rapidamente paragonato al post punk degli Editors e alle atmosfere degli Interpol e che ottiene svariati passaggi radio non solo in Italia, ma anche in Belgio e Gran Bretagna. Durante il 2007 i TheTiesAndTheLies collezionano più di 50 esibizioni live, vincendo alcuni importanti concorsi e divenendo una delle realtà emergenti più interessanti del panorama italiano. Nel 2008 vengono contattati per partecipare alla prima edizione del WahWahFestival di fianco a band come The Horrors, These New Puritans, Kap Bambino e The Violets, mentre nell’aprile sono band di supporto per il tour italiano dei Delorentos, importante formazione indie/post punk irlandese. A “hello tokyo” segue nei primi mesi del 2009 “behind the barricade”.

 

NOT THE PILOT

Nel maggio del 2010 Euge e Max decidono di percorrere insieme un tratto del loro percorso musicale formando i Not the Pilot, duo lo-fi di eco (in tutti i sensi) psichedelia. Dopo 4 anni sono ancora lì che bevono e suonano insieme. Prima o poi magari ci scappa anche il disco... We love mother nature/We hate human nature!

https://soundcloud.com/not-the-pilot

 

RAIN DOGS IN THE FOG

"I sultani dell'approssimazione" nascono dal malaugurato incontro tra Stefano Accorsi (chitarra e voce), Riccardo Fritz Piricò (tastiere e voce) e Virgilio Patarini (voce). Nessuno dei tre sa davvero suonare o cantare decentemente e nella vita fanno altro (il pittore, l'attore-regista, l'artista-curatore) e inoltre non vanno d'accordo praticamente su nulla, non solo in campo musicale o letterario, ma anche politico, pratico, esistenziale. Per non parlare dei gusti in fatto di donne. Ma vantano una lunghissima frequentazione e collaborazione reciproca in campi paralleli alla musica: in teatro Patarini e Piricò, nell'arte contemporanea Accorsi e Patarini. Dalla loro nascita (o aborto?) si sono esibiti pochissime volte, in contesti spiazzanti: la galleria Zamenhof a Milano, Palazzo Zenobio a Venezia. Contaminano l'alto col basso, il teatro con la musica. Di solito si divertono.

 

MARGARET LEE ( Giacomo Marighelli)

Nella musica di Margaret Lee si parte dal negativo per arrivare attraverso la purificazione al positivo. Storie personali, storie di cronaca, storie passionali. Giacomo Marighelli come qualunque cittadino, come persona comune, come il proprio vicino di casa. Giacomo Marighelli come Giacomo Marighelli, si pone domande, racconta di se e pregunta a Jodorowsky Alejandro come si può amare, nonostante la negatività ci perpetui. Margaret Lee ci racconta questo percorso attraverso storie, ove la purificazione avverrà grazie allo stesso Jodorowsky che risponde alla domanda di Giacomo (leggendo una sua poesia: Por Osmar), dove “a modi” mantra anziché dare risposte dà affermazioni, portando l'ascoltatore a riflettere. Come se la sua risposta fosse un koan da risolvere.

Hanno scritto di lui: 

Rumore: "49 minuti d'inquietudine e rabbia scaraventate in pieno viso, urticanti come gocce di limone stillate negli occhi senza soluzione di continuità”.

Blow Up: "Il cantautorato rock di Giacomo Marighelli è sempre sopra le righe"

Rockerilla: "OTTIMO LAVORO" 

 

ANDREA “PEREZ” CERA (BIG KAHUNA)

Il chitarrista e compositore Andrea “Perez” Cera è il leader del gruppo ferrarese Big Kahuna, autore di canzoni di grande impatto “rock”, ma ricche di contaminazioni che variano dal punk al reggae, allo ska, con testi in inglese e musiche di presa immediata.

I Big Kahuna sono un trio rock/punk/reggae/ska di Ferrara composti da Andrea “Perez” Cera (voce e chitarra), Giacomo “Tebo” Tebaldi (basso) e Michele “Miky” Massellani alla batteria.

I tre dopo svariate esperienze nel panorama musicale estense decidono ad aprile 2013 di dar vita a questa nuova realtà che in breve tempo si è affacciata come essere una delle più interessanti della scena, conquistando con la loro energia concentrata in tre minuti per ogni canzone i consensi del pubblico.

Nell’ultimo anno si sono esibiti in svariate occasioni nei vari locali e manifestazioni della città e oltre (si ricordano tra le altre l’apertura al concerto di Paul Heaton & Jacqui Abbott – ex Housemartins, la partecipazione al Mo.Nu festival a Montiano nei pressi di Grosseto, l’apertura recente del RELOAD festival a Ferrara). Lo scorso Settembre la band si è imbarcata verso la Gran Bretagna per il loro “it’s never too late to be our way UK tour” che li ha visti suonare al Bannerman’s di Edimburgo ed al mitico Roadhouse di Manchester (locale che ha visto negli anni esibirsi artisti del calibro di Placebo, Muse, the National agli albori delle loro carriere).

Attualmente attivissimi stanno portando in giro il loro primo disco totalmente autoprodotto dal titolo “Have no fear…The Big Kahuna is here!!!” 

 

ENRICO CIPOLLINI

Chitarrista/cantante e autore di Ferrara. Allievo di Marco Bovi per un anno e poi di Roberto Formignani presso la Scuola di Musica Moderna di Ferrara dove completa il corso di chitarra triennale.  Suona e canta stabilmente con UNDERGROUND RAILROAD , VIOLASSENZIO e FREE JAM. Con queste band si è esibito in diversi festival e locali come  IMOLA IN MUSICA, BUSKERGARDEN, MOTORSHOW, NAIMA, BLUESUGAR, RENFE, ZUNI etc..  Con entrambe le band UNDERGROUND RAILROAD e FREE JAM ha vinto il concorso nazionale obiettivo Blues-In esibendosi per due volte sul palco centrale del PISTOIA BLUES FESTIVAL . Ha suonato come ospite con NINE BELOW ZERO, TOLO MARTON, ANDY J FOREST, THE BLUESMEN, JAMES MONQUE'D etc..

Recentemente ha dato vita a un progetto solista di brani originali dove le canzoni vengono proposte in acustico nella loro forma più semplice (chitarra e voce).