L'arte contemporanea e l'eredità delle Avanguardie

Per più di un secolo le Avanguardie, come mareggiate, si sono succedute, abbattute, in rapida inesorabile sequenza. Che cosa è rimasto sulla battigia? E com’è cambiata la morfologia del litorale? Tra maree crescenti e lunghi riflussi, tra balzi in avanti e richiami all’ordine, in una dialettica che forse ancora risponde alle dinamiche immaginate un secolo fa da Heinrich Wölfflin (1), ma con ritmi molto più serrati… È  tempo di raccogliere quello che è rimasto, lasciata decantare anche l’ultima onda lunga… 

Forse è proprio questo il punto: i ritmi si sono fatti così serrati e sincopati da essere alla fine un tutt’uno. Alle onde montanti si sovrappone il riflusso, nello stesso istante. Saltano gli scarti generazionali. Ci ritroviamo in una inedita, spiazzante, entusiasmante simultaneità.

Anche di questo cerca di rendere conto questo festival, al di là del profilo internazionale degli ospiti, proseguendo idealmente, a livello sovra-nazionale, un discorso critico e curatoriale già da molti anni intrapreso in Italia da parte degli organizzatori (da Zamenhof Art innanzitutto, sotto la direzione di Virgilio Patarini e Valentina Carrera (2), ma anche dal Palazzo della Racchetta, sotto la direzione di Enrico Ravegnani e dallo stesso Michele Govoni, in veste di critico e giornalista). Alla ricerca paziente e sistematica della definizione di una sorta di «Koinè», una lingua comune, una sintesi articolata, un minimo comun denominatore dell’Arte Contemporanea, in cui si faccia tesoro del retaggio delle Grandi Avanguardie del secolo scorso e della fine di quello precedente.

Non apparirà casuale allora che molti degli artisti stranieri qui radunati da Virgilio Patarini facciano base a Parigi (la coreana Kim Sang Lan, la canadese Catherine Schmid, Pierre Cuachois, Jean Jacques Lapoirie e la gran parte dei 20 artisti del Gruppo «Signes et Traces»). E Parigi è il luogo in cui nasce non solo idealmente questo Festival ferrarese. Parigi che per quasi un secolo è stata la capitale indiscussa delle Avanguardie storiche, e dove ancora oggi appare viva e pulsante l’eredità di tali Avanguardie. Delle tre grandi capitali europee dell’Arte Contemporanea infatti (Parigi, Londra e Berlino) Parigi appare quella dove attualmente video, fotografia e performances non hanno ancora soppiantato del tutto o quasi l’esercizio della pittura e della scultura. E il ripensamento critico delle Avanguardie Storiche offre lungo la Senna frutti non solo teorici, come dimostrano, ad esempio, sessant’anni di storia del Salon Comparaisons al Grand Palais (3), nato proprio con lo scopo di «comparare» non solo la pittura figurativa tradizionale con l’Informale, ma più in generale le varie correnti e i vari movimenti d’Avanguardia, nelle loro differenti vulgate e declinazioni. Ed è proprio dalle frequentazioni parigine di di chi scrive (che da quattro anni espone proprio al Grand Palais, nel gruppo "Installazioni libere" del Salon Comparaisons), che nasce l’idea e l’occasione di organizzare questo Festival. Festival che è stato anticipato, tra il dicembre e il gennaio scorso, proprio da una Selezione di opere del Salon Comparaisons esposte al Palazzo della Racchetta. Come una sorta di «prologo» ideale (4).

D’altro canto anche la scelta di Ferrara come sede di questo Festival non appare casuale: Ferrara sotto la casata D’Este è stata una delle capitali internazionali dell’Arte del Rinascimento, crocevia e crogiolo di fermenti artisti e culturali che hanno caratterizzato gli sviluppi dell’Arte Occidentale per diversi secoli. E poi nel Novecento, con un inaspettato ritorno di fiamma, è stata la culla della Pittura Metafisica, con i vari De Chirico, Savinio, De Pisis, Carrà. E di tutte le cosiddette «Avanguardie Storiche» di certo la Pittura Metafisica è stata quella che più ha perseguito un ritorno alla «Bella Pittura» e il recupero della grande tradizione pittorica italiana sia dal punto di vista tecnico che compositivo. Dimostrando che è possibile coniugare tradizione e contemporaneità. Ed è proprio questa una delle linee guida di questo Festival.

Virgilio Patarini

 

Note

 

1)  Heinrich Wölfflin con l’opera Principi fondamentali della storia dell'arte, Monaco, 1915, cerca di ricostruire la storia dell’Arte Occidentale dalla fine del Medioevo ai suoi tempi, col succedersi dei vari periodi (Rinascimento, Barocco, Neoclassicismo, ecc.), come un’oscillazione tra poli opposti: tra lineare e pittorico, tra bidimensionale e tridimensionale, tra forma aperta e chiusa, molteplicità e unità, chiarezza assoluta e chiarezza parziale... come su di un diagramma che avesse ciascuno di questi «poli» come linea delle ascisse e l’altro come linea delle ordinate

 

2) Tra i molti eventi organizzati e le numerose pubblicazioni in questa direzione, ricordiamo: le molte mostre intitolate «Koinè» allestite dal 2009 ad oggi a Milano (Galleria Zamenhof, dal 2009 al 2012), Venezia, (Palazzo Zenobio, 2012), Torino (Galleria20, 2013) e Ferrara (Palazzo Racchetta 2013) e i relativi cataloghi; le pubblicazioni Mondadori «Post-Avanguardia», «La materia è il colore» (2010) e «Terza Dimensione» (2011), e il relativo tour di mostre al Castello Estense di Ferrara, al Castello Malaspina di Massa e al Castello di Carlo V a Lecce. (per approfondimenti vedi sito www.zamenhofart.it ) Infine la rassegna di tre mesi a Venezia, Palazzo Zenobio, agosto-ottobre 2012, intitolata «Prospettiva Post-Avanguardia» (vedi sito ProspettivaPostAvanguardia )

 

3) Sorto all’inizio degli anni Cinquanta il «Salon Comparaisons» ha annoverato tra i suoi partecipanti artisti del calibro di Pablo Picasso, Salvador Dalì, Max Ernst, Renè Magritte, Yves Klein, Villeglé, Arman, Mimmo Rotella, Tapies, Vasarely, Man Ray, e molti altri protagonisti del Novecento. Si svolge ogni anno tra novembre e dicembre al Grand Palais ed è diviso in una ventina di Gruppi: a ciascun gruppo corrisponde idealmente una corrente o una tendenza artistica. Ogni Gruppo è capitanato da un capo-gruppo, un artista di fama ed autorevolezza riconosciuta che seleziona personalmente i componenti del suo gruppo. In questo Festival sono presenti due capo-gruppo: Kim Sang Lan (Gruppo «Installazioni libere») e Jean Jacques Lapoirie («Signes et Traces»); e una selezione degli artisti che nei decenni hanno fatto parte del gruppo «Signes et Traces». Vedi sito www.comparaisons.org

 

4) vedi sito SélectionComparaisons