Mostre dal 6 al 18 giugno a Palazzo Racchetta

Tutti i giorni dalle 16 alle 19. Chiuso il lunedì. Ingresso libero.

L'allestimento delle prime quattro mostre a Palazzo Racchetta (foto Beppe Tassinari)

BEPPE TASSINARI, "Ferrara, l'isola che non c'è"

SALONE LUDOVICO ARIOSTO

Mostra fotografica a cura di Virgilio Patarini

Con approccio visionario e surrealista e in un clima da Day After Beppe Tassinari ci racconta una Ferrara semi-sommersa, circondata da un mare placido e a tratti lattiginoso e sovrastata da un cielo gravido di bagliori diffusi e di mistero... Scorci di mura affiorano dalle acque, come estremi baluardi si oppongono all'incombere inarrestabile della forza della Natura... In un tempo che appare come sospeso e in un silenzio di spettri, Ferrara si svela ancora una volta, in queste composizioni fotografiche di Tassinari, città metafisica per eccellenza. (V.P.)


GABRIELLA SANTUARI, "Ex-PoP"

SALA GIROLAMO SAVONAROLA

Mostra di pittura, scultura e installazioni a cura di Virgilio Patarini

Dice del suo lavoro l'artista: "Mi piace spaziare dalla superficie bidimensionale di un quadro a sculture in metallo, creta o cartone. Anni fa usavo scatole di cartone come supporto dove dipingere il mio mondo, cartoni per la pizza da asporto, ma anche contenitori per cibo, come risposta alla violenza della pubblicità che entra nelle case attraverso quei prodotti.  Ultimamente sono molto interessata alle scatole da scarpe, che dipingo di nero come le “scatole nere” degli aeroplani, di cui si va in cerca dopo un tragico evento, perché registrano e conservano gli eventi. Mi piace riempirle con scatole più piccole, da me dipinte, e “ objects retrouvés”.  Con queste ho partecipato alle mostre collaterali della Biennale di Venezia “ P3” del 2007 e “Overplay”del 2013.    Su tele di grande formato rappresento, invece, le donne, i loro volti ed emozioni, perché desidero ricordare il loro ruolo nella società e vita privata. Sono donne dolci e serene, espressione della mia speranza di vederle così, del mio desiderio che tutte noi possiamo presto raggiungere il rispetto, la considerazione e la stima che meritiamo". 


ELENA SCHELLINO, "Atti sciamanici"

SALE OLIMPIA MORATA E COSME' TURA

Mostra di pittura a cura di Virgilio Patarini

Elena Schellino, dopo essersi diplomata alla Scuola Paolo Grassi, da più di vent’anni si dedica alle pratiche dello Yoga, della meditazione, dello shiatzu, del Thai-Chi e dello Shaolin e approfondisce la ricerca conseguendo diversi diplomi.

Cinque anni fa inizia a rendere materia alcuni atti sciamanici utilizzando tele, cristalli e colori immergendosi in una nuova forma d’espressione che la sorprende e la “travolge” ogni volta dando vita ad una ricca attività artistica.

Tra le principali mostre ricordiamo: nel 2010 a Milano alla Galleria Diciodesign di Anna Maria Di Ciommo partecipa alla mostra “Panificazione Artistica: la Madre del Pane: Matrice”; nel 2011 sempre a Milano ai Chiostri dell’Umanitaria è nella manifestazione “Orti d’Artista, Il Raccolto”, a cura dell’Associazione Arte da Mangiare.

Partecipa poi ad Arte Accessibile presso la sede del Sole24 Ore e all'’evento fuori Salone del Mobile “Merci Beaucoup!” allo spazio ex Ansaldo di Milano e alla collettiva “UNICEF Arte – 100 pittori e il sorriso di Roberta” a Milazzo. Nel 2012 espone in Art Shopping for Christmas, presso Domus Talenti a Roma. Nel 2013 a Milano espone nell’ambito del progetto Art Art Experience, Home Staging Dinamico, Loft area ex RGinori, organizzato da TpAlab.


ASTRAZIONE 2.0

SALONE ISABELLA D'ESTE

A cura di Valentina Carrera e Virgilio Patarini

Opere di Stefano Accorsi, Marco Bellomi, Ivano Boselli, Valentina Carrera, Dennis Fazio, Giacobino, Ezio Mazzella, Luigi Profeta, Edoardo Stramacchia

A lungo, per decenni, si è fatta una distinzione netta tra Astratto Geometrico e Informale. Una distinzione teorica e critica e una distinzione pratico-pittorica. Tutto portava a questo: la storia dell’arte del ‘900 e l’evidenza del lavoro degli artisti dell’uno e dell’altro fronte, che mostrava opere i cui orizzonti culturali ed estetici apparivano inconciliabili, se non addirittura contrapposti. 

Ma negli ultimi anni sempre più numerosi sono gli artisti che mischiano le carte, contaminando, sovrapponendo, fondendo i due orizzonti, e costringendo la critica a rivedere in termini più dialettici la questione.

Si può dunque ipotizzare che Astratto Geometrico ed Informale costituiscano i due poli opposti di un medesimo mondo, due assi cartesiani, la longitudine e la latitudine su cui ogni artista “astratto” può tracciare la sua rotta, decidendo se avvicinarsi più all’uno o all’altro. Due pulsioni, due anime apparentemente opposte che coesistono e possono convivere più o meno pacificamente o dar vita a scontri furibondi: Apollo e Dioniso. La Ragione e l’Emozione. La Mente e il Cuore. La Forma e l’Informe, la Coscienza e l’Inconscio si battono senza posa, nè l’uno può prevalere definitivamente sull’altro...

Poi però si può anche provare ad andare oltre, non solo sintetizzando o cercando un'armonia tra gli opposti, ma anche spingendosi ai limiti estremi, o contaminando e aprendo a nuovi ulteriori orizzonti (V.P.)


Mostra dal 6 al 19 giugno alla Galleria del Rivellino

KOINè 2015

25 ARTISTI PER UN LINGUAGGIO COMUNE DELL'ARTE CONTEMPORANEA

 

A cura di Virgilio Patarini

 

Opere di Anna Maria Angelini, Walter Bernardi, Alberto Besson, Pierangela Bilotta, Fiorenzo Bordin, Anna Maria Bracci, , Raffaele De Francesco, Daniela Di Pasquale, Maria Grazia Ferraris, Ester Gambotto, Maria Franca Grisolia, Michelle Hold, Paolo Lo Giudice, Fiorella Manzini, Franco Maruotti, Alessandro Pedrini, Rosanna Pressato, Francesco Rinaldi, Maria Luisa Ritorno, Gabriella Santuari, Giordano Ernesto Sala, Elena Schellino, Rosa Spina, Ivo Stazio, Roberto Tortelotti, Morgan Zangrossi.

In anni di sempre più rutilante trasformazione, sotto tutti i profili, da quello sociale e politico a quello scientifico e tecnologico, l’arte più che mai si deve interrogare su se stessa: sul proprio ruolo, sulla propria funzione, ma anche e soprattutto sul proprio linguaggio. (Ammesso che quello dell’arte sia un linguaggio). Poiché è proprio attraverso le sue forme, la sua estetica, la sua sintassi, i suoi stili e stilemi, che l’arte può entrare, più o meno, in rapporto con la realtà circostante, con la storia, con la vita degli uomini che la fanno e che ne fruiscono. Un rapporto che può (e forse deve) essere ambivalente: un viaggio di andata e ritorno. L’arte deve subire l’influenza della realtà e del suo divenire, ma deve anche, al tempo stesso, influenzarla e influenzarne, in qualche modo, le trasformazioni. O almeno deve provarci. Non solo lavorando sulle idee, e dunque sulla percezione, sull’interpretazione della realtà, ma anche sulla sua progettazione. Ma perché questo possa accadere occorre che l’arte contemporanea diventi strumento più forte e più duttile al tempo stesso, da una parte recuperando e rinsaldando le proprie radici e dall’altra aprendosi alla molteplicità delle sue (quasi) infinite possibilità espressive ed altrettanto (quasi) infinite concezioni estetiche attuali. Solo così l’arte può entrare efficacemente in rapporto dialettico con una realtà così articolata, stratificata, sfaccettata e complessa come quella contemporanea.
Nel corso degli ultimi 150 anni il succedersi delle scoperte scientifiche e tecnologiche ha impresso alla storia dei mutamenti vertiginosamente rapidi e radicali. Allo stesso modo negli ultimi 150 anni il succedersi delle invenzioni e delle trasformazioni sul versante artistico, col succedersi inesorabile e travolgente delle Avanguardie, è stato altrettanto vertiginoso. Ed è ovvio che tra le due cose ci sia un rapporto più o meno diretto di causa-effetto, o per lo meno di osmosi o di contagio. Ora il mondo in cui oggi viviamo è l’inquieto, stratificato, caotico e contraddittorio risultato di tutte queste trasformazioni. E l’arte che può entrare in rapporto con questo mondo non può che essere un’arte capace di raccogliere e sintetizzare l’inquieta, stratificata, caotica e contraddittoria eredità delle Avanguardie e degli ultimi 150 anni di arte contemporanea. E forse anche oltre, poiché in effetti, tra un’Avanguardia e l’altra non sono mancati momenti di “Ritorno all’ordine” in cui si è guardato indietro con occhi nuovi alla tradizione pittorica più antica. E anche questi momenti fanno parte del retaggio della Contemporaneità e hanno contribuito a forgiarne le forme.
Questa è la linea che abbiamo seguito in questi ultimi anni nel selezionare opere ed artisti: opere ed artisti che fossero in grado non solo di recuperare e reinventare il retaggio delle grandi Avanguardie storiche, ma anche e soprattutto di sintetizzare e contaminare stili e linguaggi, trovando punti di contatto inediti e suggestivi. (v.p.)


Mostre dal 20 giugno al 2 luglio a Palazzo della Racchetta

Tutti i giorni dalle 16 alle 19. Chiuso il lunedì. Ingresso libero.

Allestimento secondo ciclo di mostre a Palazzo Racchetta 

VIE ITALIANE ALL'INFORMALE

A cura di Virgilio Patarini

 

Opere di Maurizio Carpanelli, Antonio Cogliano, Dusap, Serena Fauttilli, Feo Feo, Caroline Gallois, Antonio Perilli, Mariangela Tirnetta, Flavio Zoner

Galleria Ricci Oddi, "Vie italiane all'Informale"

Il progetto "Vie Italiane all'Informale" propone una selezione di opere di artisti presenti sia nel primo volume Mondadori “La via italiana all’Informale. Da Afro, Vedova, Burri alle ultime tendenze” - uscito un paio d’anni orsono - sia nel secondo volume, in uscita nei prossimi mesi, entrambi a cura di Patarini.

Il progetto editoriale e una serie di mostre collegate sono già stati presentati con successo di pubblico e di critica a Venezia, a Palazzo Zenobio, a Milano, e a Piacenza, Complesso Museale Ricci Oddi, tra il 2012 e il 2015

Galleria Ricci Oddi, "Vie italiane all'Informale"

C'è un rapporto diretto tra la precisione del gesto e la precisione del segno sulla tela. E un rapporto altrettanto diretto tra tale precisione e l'efficacia di quel segno sullo spettatore. Perché chi guarda un quadro in realtà non guarda solo con gli occhi, ma guarda con tutto il corpo. In ogni processo di fruizione c'è una fortissima componente di mimesis. Sì, la mimesi è di chi fruisce non di chi fa un'opera d'arte, con buona pace di Aristotele. Si tratta di un processo spontaneo: quando ascoltiamo una canzone ci viene spontaneo di cantarla (se ci piace). Quando leggiamo un libro ripetiamo con o senza voce le parole. È stato provato che anche chi legge "mentalmente" in realtà ha dei movimenti e delle contrazioni dell'epiglottide come se parlasse, come se ripetesse le parole che sta leggendo. Quando guardiamo un danzatore il nostro corpo partecipa dell'azione sulla scena, con impercettibili micro-movimenti che assecondano, eseguono "in potenza" la danza. E chi guarda un quadro? Chi guarda un quadro dipinge: e tutto il suo corpo esegue "in nuce" la danza che ha generato quel dedalo di segni sulla tela. Per questo davanti ad un quadro di Vedova ci sentiamo squassati e in balia di una tempesta, mentre davanti ad un quadro di Afro un vago languore e una musica sospesa ci cullano. E davanti ad un taglio di Fontana un brivido ci corre lungo la schiena. È il nostro corpo che rivive il ritmo dei gesti che hanno generato quello che abbiamo davanti. E dal moto del corpo scaturisce poi l'emozione...

(da "La via italiana all'Informale", a cura di Virgilio Patarini, Ed. Giorgio Mondadori, 2012)


NATALIA LOBES - solo exibition

Intervista di Michele Govoni a Natalia Lobes (in onda su Di.TV)

A cura di Enrico Ravegnani

Natalia Lobes è nata nel nord della  Russia e ora vive a Mosca. Si è dedicata a lungo allo studio del paesaggio, tratteggiando vedute di paesaggi tratti spesso dal suo personale “diario di viaggio” in giro per il mondo. Inizialmente la sua tavolozza era caratterizzata da colori freddi, che le ricordavano la sua infanzia, con opere che ritraevano scorci della sua terra nativa, ricoperta di neve . Poi viaggiando in paesi caldi come l'Italia i suoi colori si sono fatti più allegri e la tavolozza è mutata, virando verso le ocre e i gialli. Nella pittura cerca di cogliere “l’attimo”, gareggiando in questo con la fotografia, pur senza indulgere troppo nel particolare e nel dettaglio: la sua pennellata o la sua spatolata è pastosa e corsiva. Con perizia porta sulla tela un approccio materico informale "russo", declinandolo in chiave di pittura figurativa tradizionale

Le sue opere sono in numerose gallerie in Mosca e in collezione private. Dopo essersi a lungo dedicata al paesaggio e alla natura morta, ora l’artista, giunta ad un grado ulteriore di maturità, affronta il tema del ritratto, tema che sente affine ai suoi sentimenti. Nell’istante dipinto cerca di fissare la profondità dell'anima e la bellezza della natura.


NATURA. Il segno della bellezza.

Mostra di soci UCAI - sezione di Milano

A cura di Carlo Catiri, con la collaborazione di Marina Speranza


Opere di Battistotti Anna, Bertoni Cosetta, Bianchi Donatella, Bonizzi Gianni, Boschetti Pierluigi, Cosimato Antonio, Crespi Ambrogio Carlo, Degani Grazia, Degradi Rinaldo, Dente Daniela, Di Battista Isabella, Ditaranto Isabella, Folcio Alba, Galimberti Paolo, Lazzari Camillo, Lux Mario, Morini Enrica, Nicoletti Maria, Oliveri Lucio, Restelli Renato, Tognazzo Nadia, Trapasso Anna

Alcune delle sculture in mostra

Alcuni dei quadri in mostra

Nel mondo contemporaneo le visioni del reale sono contaminate dall'enorme ed inflazionata quantità di immagini che ci circondano e che condizionano fortemente la percezione della natura e la nostra naturale sensibilità per il bello.

Solo osservando con più attenzione attorno a noi, liberandoci dagli stereotipi delle ingombranti comunicazioni visuali di carattere commerciale, ci accorgiamo della variegata complessità dei fenomeni naturali, della loro straordinaria vitalità nonché delle trasformazioni dello stato fisico degli elementi in una dimensione di variabilità spazio temporale.

Una natura che ci sbalordisce nella assoluta bellezza del suo manifestarsi, in perfetto equilibrio tra l'essenzialità delle sue regole cosmiche di un universo in espansione e la particolarità dei suoi segreti più minuti, nascosti nell'infinitesimamente piccolo del mondo cellulare.

Natura come segno della bellezza, essenziale e dinamico, immediato e definitivo. Natura naturans, come costante segno dell'azione generatrice di Dio, che rende perfetta ogni cosa creata, nell'essenza originaria e nel suo divenire, in relazione alle leggi trasformative che la governano. Ecco quindi la necessità di una riflessione profonda sulla natura. Riconsiderare l'attuale sviluppo economico del mondo, ripensare ai rapporti tra l'uomo e il suo ambiente. Auspicare un futuro in cui gli aspetti naturali tornino ad essere elemento determinante di scelta nella vita sociale.

All'interno di queste tematiche, questa mostra vuole riportare il centro della visione in sintonia con la coscienza che attraverso l'occhio costituisce l'asse naturale della percezione.

Dare un segno inequivocabile della nostra predisposizione alla bellezza che da sola può riscattare la mediocrità del costruito di cui ci circondiamo.

Carlo Catiri


IN VIAGGIO CON L'ARTE e I VOLTI DELL'ARTE

Mostre degli allievi della ACCADEMIA ROMAGNA di Cesena


A cura di Chiara Di Stasio

L'associazione Accademia Romagna operante a Cesena dal 1987, ha quali finalità l'approccio l'apprendimento e la didattica delle Arti figurative. La sede sita in via Savio, 1700 è dotata di 3 aule attrezzate con cavalletti per il disegno e la pittura, banchi di lavoro e un forno per l'argilla.

Dal 1998 ai tradizionali corsi per adulti si sono aggiunti il corso per bambini e quello per adolescenti.

 

 

Corso per bambini dai 5 ai 12 anni: “In viaggio con l'arte”


Il corso è strutturato in modo che nell'anno accademico, da ottobre a maggio, si sperimentino le discipline artistiche più disparate (disegno, pittura, ceramica, scultura, mosaico ecc...)legate da un filo comune che segna un percorso (un viaggio appunto) che porta ad attraversare la storia e la geografia dei popoli letta attraverso gli artisti che si sono succeduti fino ad oggi.

La diversità delle culture ed il ricco contenuto delle tradizioni popolari, diventano per il bambino fonte d'ispirazione ed occasione di crescita culturale ed umana.

 

Corso per adolescenti dai 13 ai 17 anni : “I volti dell’arte“

 

Questo laboratorio è articolato in modo che 4 lezioni di disegno (tecniche: matita, carboncino, gessetto e sanguinia) , 4 di pittura ad olio e 4 di scultura in argilla, si succedano nello studio di un artista scelto dal ragazzo tra una rosa proposta dall'insegnante.

Lo scopo è quello di abbinare allo studio delle varie tecniche la ricerca di una visione personale del bello, pescando dalla propria interiorità sentimenti e pensieri su se stessi e sull'arte attivando una dinamica di confronto tra i pari e l'insegnante.


CICLO DEI SOGNI

Foto di Enrico Baglioni e testi di Giacomo Marighelli

Il sogno e la realtà: due universi paralleli (...) Nove scritti affiancati da nove fotografie di Enrico Baglioni; poesie stampate sopra una carta scura, pregiata, che rende difficoltosa la lettura. Carta che veniva utilizzata in passato per le incisioni: carta Roma. L'osservatore deve avvicinarsi, entrare in contatto con i quadri ed esserne rapito. Come un pensatore che con impegno cerca di ricomporre le immagini di un sogno; questo accade anche con i ricordi, spesso confusi. Dai sogni scaturiscono emozioni di ogni tipo, a volte positive e altre volte negative; ma scavando in profondità spesso si può trovare qualcosa di piacevole. Le fotografie arrivano dall'archivio di Enrico, fotografo di un'altra generazione. Gli scritti invece provengono da una mia raccolta inedita (...)

Giacomo Marighelli


Ospite d'onore: ANDREW MADEKIN

Andrew Madekin (Mosca, 1963) è un artista contemporaneo che ha riportato in auge, in chiave e stile moderno, l'antica e tradizionale arte della tessitura di arazzi.

Sue opere sono in importanti musei e collezioni pubbliche e private. Tra i molti segnaliamo: il Museo del tessuto della città di Lodz (Polonia); la collezione Shtainer di Amsterdam (Olanda) ; il Museo Nazionale "Zarizino"; il Museo Russo di Arti e Mestieri; ; l'Ambasciata Russa in Corea; il Ministero dell 'Arte della Federazione Russa...


Mostre dal 4 al 16 luglio a Palazzo Racchetta

Tutti i giorni dalle 16 alle 19. Chiuso il lunedì. Ingresso libero.

INAUGURAZIONE DOMENICA 5 LUGLIO, ORE 17,30

Alberto e Diego Palasgo, VERSO L'INFORMALE (un vizio di famiglia)

Due opere di Alberto Palasgo

Tre opere di Diego Palasgo

ALBERTO PALASGO nasce a Noale il 31 Luglio 1989 e sin da bambino frequenta l’ambiente dell’arte seguendo il padre pittore, Diego Palasgo, nelle sue collaborazioni con prestigiose gallerie e fiere nazionali ed internazionali. Inizialmente affascinato dalla potenza dell’arte informale ne fu poi, crescendo, influenzato prima che nella produzione artistica nella vita stessa. Infatti, ciò che sempre più suscitava interesse nel giovane, non erano tanto i risultati estetici ottenuti dai processi artistici informali, quindi l’espresso, ma l’atteggiamento ri-creativo che si muove al di là della volontà di espressione e di rappresentazione. Numerosi i riconoscimenti in diversi concorsi nazionali come: “Premio Gambino”(VE); “Premio Marina di Ravenna” (RA); “Premio Maniago” (PN); “Premio Loreggia” (PD); “Premio Nardi” (Venezia). Oltre a partecipazioni ad esposizioni presso: la Galleria Luisetto di Ponte di Brenta (PD); la Galleria EmmediArte di Santo Stefano Belbo (CN); la galleria Il Pettirosso di Vimercate (MB); la galleria Studio Kan di Parma; la galleria il Doge di Bassano del Grappa (VI); la galleria Dimensione Arte di Cordenons (PN); la Villa Ca’ Rezzonico di Bassano del Grappa.

Dopo un periodo di intensa ricerca, dal novembre 2014 Alberto Palasgo si ripresenta al pubblico con una serie di prestigiose mostre, quali: mostra personale presso Palazzo Marchi, Parma, dicembre 2014; personale presso Galleria “La Meridiana”, Verona, Aprile 2015; personale presso Villa Flangini , Asolo, Maggio 2015; collettiva in permanenza presso Galleria “Luce”, Venezia (artisti presenti alla collettiva: Vedova, Santomaso, Arman, Music, Guidi, Saetti, Dorazio); collettiva presso Galleria “La Meridiana”, Verona, Giugno 2015 (artisti presenti alla collettiva: Schifano, Angeli, Festa, Borghese, Arman); Esposizione Personale presso Palazzo della Racchetta, Ferrara, vernissage Luglio 2015.

 

DIEGO PALASGO nasce a Noale (Ve) nel 1954 ed inizia a dipingere nel 1977. Per molti anni partecipa a concorsi e collettive d'arte esibendosi in numerose extempore. Negli anni '90 sperimenta la pittura polimaterica fino ad ottenere un sapiente equilibrio di forme e colori, segni e materie.

Intensifica la sua partecipazione a piu' significative mostre personali.

Vincitore di numerosi concorsi nazionali ottiene i riconoscimenti della critica e della stampa specializzata, tra cui segnaliamo: nel 1992 viene premiato con la medaglia d'argento dal Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro al concorso internazionale, citta' di Legnago (VR); nel 1995 un'opera entra a far parte della collezione della Galleria Civica Citta' di Moncalieri (To); nel 1995 premio artistico della Giunta Regionale del Veneto e della Provincia di Venezia; nel 1998 viene premiato con la medaglia di bronzo dal Sommo Pontefice S.S. Papa Giovanni II alla Biennale d'arte, S.Maria di Sala (VE); nel 2002 realizza un'opera per il Museo dell'Automobile Carlo Biscaretti di Ruffia (Torino); nel 2005 viene premiato con la Medaglia d'Argento dal Presidente della Repubblica On. Carlo Azeglio Ciampi alla Biennale d'Arte, Citta' di Osio (BG; nel 2006 una sua opera entra a far parte della Collezione permanente del Museo dell'Unita' d'Italia Citta' di Teano (Ce); nel 2006 è invitato ad esporre alla Biennale dell'Unita' d'Italia presso la Galleria Eventi Mondadori di Venezia. Dal 2005 le opere di Palasgo vengono regolarmente presentate su Televendite di "Elite Shopping.tv4". Dal 2008 è presente nel Museo Judetean Gorj Città di Targu Jiu (Romania). 


Carlo Fontanella, CERCHI, SPIRALI e altre forme dello Spirito

CARLO FONTANELLA è nato a Torre del Greco (NA) nel 1948. Diplomatosi in Scultura presso l'Istituto d'Arte e Magistero di Napoli, ha insegnato Discipline Artistiche nella scuola pubblica. Il profondo amore per la scultura fa sì che il disegno costituisca l'ossatura fondamentale della sua produzione artistica. Anche nelle opere grafiche e pittoriche si individua la tridimensionalità dei diversi piani della scultura. La sua ricerca iniziale, ricca di dinamismo e forti contrasti, propri della terra di origine, ha tratto nuovo alimento dalla contiguità e dall'amicizia col pittore Armando Pizzinato. Le opere più recenti si sono allontanate dall'astrattismo puro e sono diventate più simbolico-evocative; compositivamente presentano un chiaro impianto modulare, i materiali adoperati sono vari e preferibilmente di recupero. E' presente dagli anni '70 in manifestazioni artistiche in Italia e all'estero. Ha realizzato opere monumentali per le Forze Armate, per Enti Pubblici ed Ecclesiastici. Nel 2007 ha partecipato alla 52° Biennale di Venezia, eventi collaterali. Sue opere sono state acquisite da enti pubblici e privati, in Italia e all'Estero. E' presente nel volume "Arte Oggi" edito da Mondadori. La galleria d'Arte di riferimento e la Zamenhof di Milano. Vive ed opera a Maniago (PN)


TRE FOTOGRAFI A CONFRONTO: Fiorenzo Bordin, Valentina Carrera e Francesco Romoli

Foto di Fiorenzo Bordin

Foto di Valentina Carrera

Foto di Francesco Romoli

FIORENZO BORDIN  inizia il suo percorso artistico frequentando i corsi dell’Accademia di Belle Arti di Brera e la Scuola Superiore d’Arte del Castello Sforzesco di Milano, dove si diploma nel 1982. Comincia a fotografare negli anni ’80; la prima mostra personale si tiene nel 1986 presso la Biblioteca comunale di Lomazzo (CO). Vive a Novara e si occupa attivamente di fotografia con particolare interesse per gli eventi artistici e reportage. Tra le ultimissime mostre ricordiamo: nel 2013  Koinè 2013 - 70 artisti per un linguaggio comune dell'arte contemporanea - Gall. Zamenhof -  Milano; Interni d'artista 2013 - Mostra collettiva - Novara  ; Koinè 2013 - 70 artisti per un linguaggio comune dell'arte contemporanea - Palazzo della  Racchetta – Ferrara. Il Segno 2013 - Concorso Internaz.le ,  Palazzo della Racchetta – Ferrara; My Self - Spazio E – Milano; Dramatis Personae 2 - Palazzo della Racchetta – Ferrara; Il peccato senza colpa - Spazio E – Milano; Dramatis Personae 2 - Galleria 20 – Torino; L'attesa - Spazio E – Milano; Koinè 2013 - Galleria 20 – Torino. accadono intorno “ 

 

VALENTINA CARRERA (Milano, 1975) pittrice, fotografa, iconografa e curatrice, si è diplomata all’Accademia di Belle Arti di Brera nel 1998 con 110 e lode, e in Fotografia di moda presso la scuola R.Bauer. Ha quindi seguito uno stage di fotografia teatrale presso lo studio/archivio fotografico del Piccolo Teatro di Milano nel 2000. Dalla primavera 2000 dirige con Virgilio Patarini il Centro Culturale Apollo e Dioniso e le sue numerose attività, organizzando e curando, tra l’altro, mostre di artisti contemporanei a Milano, nelle gallerie Chagall (inaugurata nel 2003) e Zamenhof (inaugurata nel 2008). Di entrambe è socia fondatrice. Attualmente dirige due gallerie a Milano,SPAZIO E 2/SPAZIO E 2 . Inizia l'attività di fotografa soprattutto dedicandosi alla fotografia di reportage e teatrale, per poi dedicarsi ad una fotografia più sperimentale e concettuale. Conduce una ricerca personale di fotografia con mezzi “poveri”, primo tra tutti il cellulare. Come fotografa ha eseguito servizi fotografici per alcuni musicisti della TeaterOrchestra di Moni Ovadia, e per numerosi attori, registi e compagnie teatrali e teatro danza del panorama milanese e nazionale, fotografando spettacoli come Gaudeamus e I demoni di Lev Dodin. Sue fotografie sono state pubblicate su riviste russe e su quotidiani italiani quali Il corriere della sera, Repubblica, Il giornale, Il giorno, La Provincia Pavese, utilizzate come illustrazione di copertina e di libretti di cd musicali (Il commiato della moltitudine dei Kashmir), di libri di poesia (Silhouettes di Christine Pruner), di riviste d’arte e cultura (Le 7 Arti, genn.-febbr.-marzo 2002 e Città delle Arti, maggio-giugno 2004); oppure utilizzate come scenografie di spettacoli. Curatrice di numerose mostra di fotografia a Venezia, Roma, Ferrara, Milano,Torino.

 

FRANCESCO ROMOLI nasce a Pisa nel 1977. Da sempre interessato a forme espressive di qualsiasi tipo a 14 anni inizia a studiare chitarra, strumento e solfeggio, sua grande passione tutt’ora. Appassionatosi di informatica nel 1998 comincia ad occuparsi di hacking e net art, in parallelo agli studi. Si laurea nel 2004 a Pisa in informatica. Nel 2010 comincia a usare photoshop per le sue creazioni, a metà strada tra grafica e fotografia. Nel 2012 comincia a studiare presso il centro di fotografia contemporanea Fondazione Studio Marangoni di Firenze. Le sue altre grandi passioni sono il paracadutismo e i viaggi. Mostre personali: 2014 BODYFICATION, The white elephant studio, Londra;  2014 Testimonianze d’arte contemporanea a cura di G.Ramsperger, Multisala Gloria, Milano. Mostre collettive principali nel 2014: Confini12, Polifemo Fotografia, Milano;  Blind Pilots Project, Warehouse C, Thessaloniki; Ombre a cura di Valentina Carrera, Galleria spazio E2, Milano; Photissima Art & Festival, ex-manifattura tabacchi, Torino; Confini12, MassenzioArte, Roma; Sony Photography Awards, Month of Photography, Bratislava; My Self a cura di Valentina Carrera, Galleria spazio E2, Milano; Sony Photography Awards, Liverpool One, Liverpool; Sony Photography Awards, Somerset House, Londra; Acqua e suo simbolico, ex-fornace sul naviglio, Milano;  DAMprize collettiva a cura di Valerio Dehò, Galleria DAM, Milano; AJATUS a cura di Patrick Caputo, Galleria Unique, Torino; Galleria a cielo aperto a cura di M.Zambrini, Forlì. Premi: 2014 Saatchi Motion Photography Prize, finalista; 2014 DAMprize, finalista; 2014 Sony world photography awards, finalista; 2013 Sony world photography awards, commended photographer; 2013 Trierenberg super circuit, gold medal.


Ospiti d'onore (Premio I.Con 2015): Ballardini Nakamura Tsuyoshi (vincitore) Antonio Perilli (segnalato)

Mostre a Palazzo Racchetta dal 18 luglio al 2 agosto

Tutti i giorni dalle 16 alle 19. Chiuso il lunedì. Ingresso libero.ù

INAUGURAZIONE: SABATO 18 LUGLIO, ore 17,30

SALVATORE ALESSI, Geometrie senza tempo

Salvatore Alessi nasce a Mazzarino (CL) nel 1953, dove vive e lavora;  Diploma di maturità artistica conseguito presso il Liceo Artistico di Catania; Laurea in Architettura presso l’Università degli Studi “La Sapienza” di Roma. Attività artistica, parallela a quella di architetto, rivolta alla ricerca espressiva del segno grafico e del colore. Tra le mostre degli ultimissimi anni ricordiamo: 28 Gen. 2012 – 1° Premio EffettoArte “Migliore opera Informale”- Collettiva presso Villa Malfitano Whitaker, Palermo dal 23 – 29 Gen.2012. 24 Feb.- 4 Marzo 2012 – Concorso Sandro Pertini – Palazzo della Provincia di Savona; 10 – 22 Marzo 2012 – Collettiva “Matter & Soul”, Atelier Chagall – Milano. 27 Giugno 2012 – Premio Internazionale “Le Louvre” – Galleria Thuillier – Parigi. 2-12 Settembre 2012 – Koinè – collettiva, Palazzo Zenobio -  Venezia. 22 Settembre 2012 – Koinè – collettiva, Galleria Zamenhof – Milano. 28 Ottobre 2012 – Premio Il Segno – Palazzo Zenobio – Venezia. 12-23 Dicembre 2012 – Collettiva Tracce – Galleria Zamenhof – Milano.  6-18 Lug.2013 – Mostra personale “Trame del tempo”, Atelier Chagall, Milano. 25-27 Ott.2013 – ArtShopping Carrousel du Louvre – Parigi. 15-30 Dic.2013 - Koinè 2013 – Collettiva Galleria20, Torino. Feb.2014 – Pubblicaz. Mini-monografia “Fusioni e Trasparenze” opere 1976-2013, Centro Culturale Ariele – Torino.  6-13 Giu.2014 – Esposiz. Triennale di Arti Visive a Roma 2014- “Tiltestetica”, Università di Roma “La Sapienza” Facoltà d’ingegneria Civile e Industriale. Catalogo Mondadori. 18 Giu.- 4 Lug.2014 – Collettiva Koinè 2014, Rocca Viscontea, Lacciarella (MI). 20 Set.-5 Ott.2014 – Collettiva “Tra ragione e sentimento”, Ferrara Art Festival, Pal. della Racchetta. Catalogo Mondadori. 18-30 Ott.2014 - Collettiva “Tra ragione e sentimento”, Piacenza Art Festival, Pal.Ricci Oddi. Catalogo Zamenhof Art. 21 Nov-3 Dic.2014 – Esposiz. Triennale di Arti Visive a Roma 2014- “Last_paradise”, Museo Chiostro del Bramante, Sala delle Capriate.  Nov.2014 - Annuario d’Arte Contemporanea “Artisti”, a cura di Vittorio Sgarbi, EA Editore-PA. 8-29 Nov.2014 – Collettiva “Orizzonti dell’arte attuale”, Galleria20, Torino.


Nota critica


Tra sciabolate di luce e scansioni geometriche dello spazio Salvatore Alessi costruisce mondi in bilico costantemente tra immaginazione e realtà, tra ragione e sentimento. Il colore e il gesto sprigionano forze oscure e inconsce che gli assi cartesiani delle composizioni solo in parte contengono: è una danza, a tratti una lotta tra Apollo e Dioniso, senza che mai nessuno dei due abbia il sopravvento... (V.P.)


VITO CARTA, Divertissement

Vito Carta è nato nel 1957 a Milano, risiede in un borgo sui colli piacentini. Fotografo free-lance professionista.

Costantemente e volentieri al margine del discorso 'produttivo' di fotografo, a causa delle personali ispirazioni ed esigenze artistiche, nel 1995 imbocca la strada artistica esponendo per la sua prima mostra al Centro Lavoro Arte di Milano. In seguito concenra l'attenzione alla costruzione di un dialogo più diretto possibile e spontaneo con lo spettatore delle sue immagini. Non impantanato nei nuovi immensi orizzonti delle possibilità digitali, senza rifiutare la tecnologia, ma rivolgendosi allo studio della pittura per esprimer meglio l'enfasi comunicativa, sceglie la via di una fusione sintetica fondata sulla necessaria e vitale pratica espressiva manuale, senza mai abbandonare o disconoscere la matrice di un mondo artistico che è nato fotografia ancor prima di divenir reale.

L’esigenza di una sempre maggiore espressivita' comunicativa si convoglia nella tematica stilistica della labilita' dell'immagine e della realtà, sempre vissuta come ricordo autobiografico, ed in quella contenutistica, idealmente contrapposta, tutta volta all’esasperazione ‘violenta’ dell'emotivita’.

Tra le varie esposizioni si segnalano le partecipazioni ad Arte Laguna del 2006/7 e il terzo premio nella prima manifestazione, le menzioni al Premio 'Il Segno' presso la gall. Zamenhof e le successive collettive a Ferrara e a Venezia. La realizzazione di sei tavole inserite nella sede di De Agostini a Novara e l'illustrazione di volumi per la Cedam.

 

Nota critica

 

Quelle che affiorano nella luce cangiante della memoria di Vito Carta sono immagini inquiete: volti, corpi, scenari… fotogrammi che galleggiano in una luce che cambia, a tratti morbida, tenue, soffusa, a tratti abbacinante e tagliente. La memoria è il flusso, la corrente che le trasporta, le sparpaglia, le accosta, le mischia, le sovrappone, le allontana, le deforma: scompone  e ricompone i contesti in cui le immagini stesse trovano nuove combinazioni, nuova luce, nuovi colori, nuovi significati. Perché Vito Carta sa bene che la memoria è una  compagna infedele  che mente con abilità, ma spesso nei suoi inganni, nelle sue bugie si nascondono rivelazioni spiazzanti e realtà insospettabili. E l’artista, come un giocoliere, usa l’inganno e la menzogna per raccontarci la verità.

Virgilio Patarini 


GEOMETRIE DELL'ANIMA

Opere di Mariano Dal Forno, Bruno De Santi, Saverio Magno, Beatrice Palazzetti, Giorgio Pica, Ezio Ranaldi, Patrizio Serra, Rita Vitaloni

Ogni artista di questa collettiva possiede un suo mondo particolare, ma ciascuno di questi mondi utilizza un segno e un linguaggio ben determinato per indicare una via interpretativa della realtà, che sebbene non sia uguale per tutti possiede la stessa origine decostruttivista. Le geometrie a cui allude il titolo sono quelle linee che si sovrappongono, s’intersecano e danzano, lato evidente del gesto delle mani modellanti la materia a mettere ordine nel caotico bagno sensoriale a cui quotidianamente l’uomo è soggetto.

Le forme geometriche potrebbero suggerire un approccio artistico razionale, ma quando ci si trova di fronte alle opere di questa mostra si comprende come le linee siano meno la rappresentazione di un ideale e più un suggerimento per far vibrare l’anima dello spettatore secondo una determinata nota. E in questo modo la grafica, la pittura e la scultura si manifestano per quello che sono, cioè un incredibile strumento per ampliare le possibilità d’analisi se non addirittura di autoanalisi.

Il ricordo di Kandinskij e Malevich, tanto forte in alcuni di questi artisti, è solo una suggestione, perché se proprio si vuole trovare un’origine per il tipo di lavoro qui proposto si può solo fare riferimento a Derrida e al decostruttivismo architettonico. Lontani dall’atomismo avanguardistico per una crisi d’identità personale e umanitaria, questi artisti evidenziano semplicemente alcuni elementi, alcune emozioni della materia per poter afferrarne il pieno senso. (a.b.)


FINALISTI DEL PREMIO "IL SEGNO" 2015

SETTIMA EDIZIONE


Fotografia

Barettini Alessio, Bertuccioli Alessandro, Bovo Martina

Cattaneo Mark, Lombardo Marco, Migani Tommaso, Santoro Paolo, Sarchini Donatella, Simoni Jacopo, Simonini Lorenzo

 

 

Pittura

Basso Giovanni, Beraet Cristoph, Berra Marina, Bertuccioli Alessandro, Biondo Francesco, Boh Pino, Boldrini Silvia, Buzzoni Milena, Cappelletti Myriam, Carabini Manuela, Carcano Daniela, Cardone Roberto, Carolina Art Design, Carrieri Cesare, Casati Loriana, Castoro Anna, Cattaneo Mark, Cavallo Gianluca, Censini Giuliano, Compostella Marlene, D’Onofrio Barbara, De Francesco Raffaele, Degano Emanuele, Fahini Maryan, Fazzini Claudio, Fais Rita, Fodera Elena, Forestiere Ettore, Gioppo Andrea, Giubilato Daniele, Grecoric Valentina, Guarano Antonella, Innocenti Maria Grazia, Lacchinelli Marilena, Luzii Luigina, Luzii Teresa, Magazzini Enzo, Marra Elena, Marzaroli Moreno, Matarazzo Vincenzo, Matei Luana Diana, Pagani Cristina, Paleari Paola, Pallio Jenna, Pascariello Mario, Pasero Kay, Patrin Michel, Perissinotto Gabriele, Perulli Remo, Piazza Giovanni, Pigolotti Gino, Pirela Yajaira, Piu Elisabetta, Ramondo Mariella, Saiu Luigi, Sarti Simona, Sarchini Donatella, Silingardi Patrizia, Strauss Erik, Urbani De Gheltof Anna, Valentini Angela, Zanella Marco, Zingarelli Laura

 

 

Grafica

Piu Elisabetta, Tansini Daria, Veltri Luca

Il concorso ha lo scopo di selezionare e promuovere artisti contemporanei a livello internazionale che si distinguano per originalità e qualità delle creazioni.

Il Premio prevede la realizzazione di più eventi espositivi (mostra degli artisti finalisti a Ferrara e mostre dei 3 vincitori dei tre premi principali a Milano e Venezia) e l’assegnazione di sei primi premi (3 premi principali e 3 premi-segnalazioni).


Giuria


Enrico Ravegnani – Curatore e direttore di Palazzo Racchetta a Ferrara;

Michele Govoni – Giornalista e critico de “La Nuova Ferrara”;

Daniele Gozzi – Fotografo e direttore dell'Associazione Xart di Modena;

Virgilio Patarini - Artista, critico e curatore, presidente di Zamenhof Art, autore di cataloghi dell’Editoriale Giorgio Mondadori, direttore artistico del Ferrara Art Festival;

Valentina Carrera - Artista e curatrice, direttrice dello Spazio E di Milano.


VEDI SITO: PREMIO IL SEGNO



FIGURE E PERSONAGGI

Opere di Tiziana Buschettu, Ivan Cangelosi, Davide Ferro, Maurizio Ganzaroli e Luigi Ratti


Una mostra che affronta il tema della figura in chiave moderna e si pone una semplice ma cruciale domanda: quando una figura dipinta diviene "personaggio"?

Nelle opere qui selezionate oscillano tra un realismo quasi "magico" dai colori virati (Ratti) oppure caldi e accesi (Buschettu) ad una certa tendenza alla stilizzazione in chiave pop (Ferro e Ganzaroli), fino alla contaminazione tra scrittura e disegno (Cangelosi)