Presentazione libri al Giardino delle Duchesse

Gabriele Nissim, "La lettera a Hitler" (Mondadori)

Reportage della serata (foto Carrera e Tassinari)

MARTEDì 16 GIUGNO, ore 21

Serata a cura di V. Carrera, F. Bassini e V. Patarini, con la collaborazione delle Associazioni “Gariwo Onlus-Comitato Foresta dei Giusti” e “De Humanitate Sanctae Annae”. 

Sul palco, accanto a Gabriele Nissim, e a Bassini e Patarini, interverranno Massimo Masotti e l’attore Alessandro Baito. Ingresso libero

L’AUTORE

Gabriele Nissim, giornalista e saggista, ha fondato nel 1982 «l’Ottavo Giorno», rivista italiana sul tema del dissenso nei paesi dell’Est europeo. Ha collaborato con «il Giornale», il «Corriere della Sera», «Il Mondo». Per Canale 5 e la televisione della Svizzera italiana ha realizzato documentari sull’opposizione clandestina ai regimi comunisti, sui problemi del postcomunismo e sulla condizione ebraica nei paesi dell’Est.

È presidente di Gariwo, la foresta dei Giusti, che ricerca e promuove le figure di resistenza morale a tutti i genocidi e totalitarismi, ed è il promotore della Giornata europea dei giusti istituita il 10 maggio 2012 dal Parlamento europeo.

Da Mondadori ha pubblicato Ebrei invisibili. I sopravvissuti dell’Europa orientale dal comunismo a oggi (con Gabriele Eschenazi, 1995), L’uomo che fermò Hitler. La storia di Dimităr Pešev che salvò gli ebrei di una nazione intera (1998), Il tribunale del bene. La storia di Moshe Bejski, l’uomo che creò il Giardino dei giusti (2003), Una bambina contro Stalin. L’italiana che lottò per la verità su suo padre (2007) e La bontà insensata. Il segreto degli uomini giusti (2010). Ha inoltre curato il volume Storie di uomini giusti nel Gulag (2004).

LA STORIA

Armin T. Wegner era un tedesco speciale, che ha condotto una vita speciale.
Il suo cognome in tedesco significa “viandante”, quasi una predestinazione, sia per il continuo peregrinare che lo porterà in viaggi avventurosi, sia per i tormenti dell’anima, intellettuali e morali, che l’hanno sempre accompagnato.  Un artista, uno scrittore che fin da giovane si infiamma di fronte alle ingiustizie e con l’animo indignato compone non solo poesie, romanzi, saggi, ma anche le “lettere aperte” che lo hanno reso famoso, ovvero denunce e testimonianze pubbliche del buio della Storia.
Già nel 1909, trovando sul tavolo del padre un giornale aperto che parla dei massacri contro gli armeni compiuti da Hamid II, Armin scopre il male del mondo. Ragazzo molto sensibile e aperto agli altri, a 14 anni salva una ragazza dall'annegamento e viene decorato al valor civile.
Tra il 1915 e il 1933 compie tre gesti cruciali contro le atrocità che colpiscono milioni di uomini: la denuncia, con foto e conferenze pubbliche, dello sterminio degli armeni compiuto dal governo dei Giovani Turchi; l'abiura del comunismo, dapprima amato e poi ripudiato come un inganno; la protesta contro la persecuzione antisemita di Hitler.
Gabriele Nissim ha studiato a fondo gli scritti di Wegner, i documenti, le testimonianze di chi l’ha conosciuto, della figlia Sibylle, avuta dalla prima moglie Lola Landau, scrittrice ebrea che tanta influenza ha esercitato sulla vita del marito. E a lungo ha parlato con Mischa, il figlio della seconda moglie, la ceramista Irene Kowaliska, anche lei artista, anche lei in parte ebrea. Affetti che, come mostra il libro, avranno non poco peso nella decisione di Wegner di andare fino in fondo sulla via dell'impegno civile nel corso della sua lunga esistenza, da cui il figlio ha raccolto l’impegno sulla memoria, soprattutto verso il genocidio degli armeni.
Nissim ci fa scoprire un personaggio davvero straordinario, con la sua travolgente umanità e le sue ambiguità e debolezze.

Dopo la guerra Wegner scriverà ancora ai grandi della Terra per protestare contro le emergenze umanitarie del XX secolo. Lo farà nella sua particolare cifra letteraria segnata dall'esilio, vissuto in Italia fino alla morte. In lui troviamo, oltre al poeta sempre fedele alla lingua, il Giusto universale, onorato a Yerevan e a Yad Vashem per la sua solidarietà con armeni ed ebrei, pagata a caro prezzo.

Il titolo del libro rimanda alla lettera a Hitler che ha segnato il passaggio centrale della sua vita. Arrestato per aver osato protestare con il führer in difesa degli ebrei e torturato dalla Gestapo, da quel giorno Armin si sentirà investito di una missione impossibile: rappresentare la parte migliore della cultura tedesca.
In questo coinvolgente racconto biografico, Gabriele Nissim ci restituisce la vicenda umana e politica di un uomo che non ha mai smesso di interrogarsi e interrogare il suo popolo sulla Shoah e il senso di colpa collettivo.
 

Per approfondimenti sul libro e sull’autore:

http://it.gariwo.net/wegner/ 

http://it.wikipedia.org/wiki/Gabriele_Nissim   

https://www.youtube.com/watch?v=IOfyZaTH92I

https://www.youtube.com/watch?v=LEiUfAmJKT4


AAVV, VERSO ITACA, a cura di Roberto Pazzi (Faust Edizioni)

Reportage della serata (foto Tassinari)

VENERDì 19 GIUGNO, ORE 21

Racconti a tema del corso di scrittura creativa 2014 a cura di Roberto Pazzi


Racconti di Michele Balboni, Antonella Chinaglia, Anna Costorella, Costanza Fabbri, Daniela Frignani, Raimondo Galante, Paola Giagnoli Caregnato, Marco Lorenzetti, Linda Massarenti, Carlo Riberti, Laila Salvazzi, Vannia Virgili, Eleonora Taruffi, Anna Chiara Venturini, Gabriella Veroni Munerati, Laura Vitali

INGRESSO LIBERO

Scrive Roberto Pazzi nella Prefazione: "Itaca come meta dona la ricchezza del viaggio, le esperienze della conoscenza, il superamento delle prove e paure che Odisseo incontra lungo la via, come Polifemo, la maga Circe, le Sirene... Sono mostri interiori, seduzioni, piaceri, erotismo, vizi, che il moderno Ulisse post freudiano proietta dal proprio inconscio"
Così Michele Balboni parla della sua passione per il tango, Marco Lorenzetti del suo “mal d’Africa”, Gabriella Veroni Munerati della sua paura di volare, Laila Savazzi (con Vania Virgili) della sua lotta contro la vergogna quando, modella, le venne chiesto di posare nuda. Nell’antologia c'è poi chi, come Antonella Chinaglia, vede la letteratura come un gioco verbale e attraverso questo cerca di riflettere sul mondo da un punto di vista diverso; chi, come Daniela Frignani, affronta l'astrologia; chi racconta di animali parlanti come Anna Costorella e chi invece riflette sul nostro rapporto con la natura come Anna Chiara Venturini. Linda Massarenti ha invece scelto di scrivere un racconto d’amore e di sesso; Carlo Riberti è definito, dallo stesso Roberto Pazzi, “maestro del noir”; dalla scrittura di Eleonora Taruffi affiora invece un'eco del grande Kafka. E poi ci sono Costanza Fabbri con il racconto “Quattro interminabili minuti”, Raimondo Galante con “Incontri ravvicinati con l’Aldilà”, Paola Gianoli Caregnato con “La foto di famiglia” e Laura Vitali con “Lucrezia” ...


Eraldo Baldini, TRA L'ADRIATICO E IL WEST (Fernandel)

Reportage della serata (foto Tassinari)

VENERDì 26 GIUGNO, ore 21

Qui sotto una bella intervista a Baldini... per la serie: "lasciate che i pargoli vengano a me..."

Fra l’Adriatico e il West. Settantasette racconti comici, brillanti e surreali, a volte dissacranti, a volte iperbolici, scritti da un maestro del giallo. Storie venate di suggestioni del grande schermo e di chiacchiere da bar, di cultura pop e di ricordi paesani e d’infanzia. Racconti brevi e spiazzanti che restituiscono un profilo letterario inedito dell’autore di Nevicava sangue. Ma perché proprio settantasette? Perché negli Stati Uniti, oltre alla famosissima Route 66, c’è anche una meno famosa Route 77, che per la cronaca collega Bronsville, nel Texas, a Sioux City, nello Iowa. Luoghi che richiamano i miti del West, del cinema, del sogno americano vissuto da una terra ai confini con l’Adriatico che nel bene e nel male non ha niente da invidiare al Far West, a saperla guardare e leggere nella prospettiva epica e coinvolgente di Eraldo Baldini.

Questi settantasette racconti commentano fatti di cronaca, trasmissioni televisive, eventi sportivi, vicende vere o fantasiose; a volte sono rivisitazioni sui generis della storia, della scienza e della medicina; brani quasi sempre conditi di ironia, scritti con uno humor intelligente e caustico, un po’ di cinismo e uno sguardo interrogativo, scanzonato ma attento sulla realtà. Un divertissement che non mancherà di irretire e di far sorridere ogni tipo di lettore.

 

ERALDO BALDINI è nato in provincia di Ravenna, dove ancora vive. È scrittore, saggista e sceneggiatore.

In campo narrativo ha pubblicato, per Frassinelli, nel 1998 Mal’aria (Premio «Fregene»), nel 1999 Faccia di sale (Premio «Serantini»), nel 2000 Gotico rurale (Premio «Settembrini - Regione del Veneto»), nel 2001 Tre mani nel buio, nel 2002 Bambine. Per Aliberti, nel 2007, insieme a Massimo Cotto, Le notti gotiche. Per Edizioni Ambiente, nel 2007, Melma.

Per Einaudi ha pubblicato nel 2003 Bambini, ragni e altri predatori, nel 2004 Nebbia e cenere, nel 2006 Come il lupo (Premio «Predazzo»), nel 2008 (con Alessandro Fabbri) Quell’estate di sangue e di luna, nel 2011 L’uomo nero e la bicicletta blu (Premio Internazionale «Montefiore Conca»), nel 2012 Gotico rurale 2000-2012, nel 2013 Nevicava sangue.

Per l’editore Fernandel ha pubblicato nel 2015 la raccolta di racconti Fra l’Adriatico e il West.

Suoi racconti compaiono in diverse antologie. Le sue opere sono tradotte all’estero da importanti editori. In campo saggistico ha pubblicato numerosi volumi su tradizioni e  culture popolari: ricordiamo Halloween (Einaudi 2006) e Tenebroso Natale (Laterza 2012), entrambi scritti con Giuseppe Bellosi.

Ha scritto sceneggiature e soggetti per il cinema e la televisione. Dal suo romanzo Mal’aria è stato tratto il film tivù omonimo trasmesso in due puntate da Rai Uno nel 2009.


Fulvio Abbate, ROMA VISTA CONTROVENTO (Bompiani)

Reportage della serata (foto Tassinari)

VENERDì 3 LUGLIO,  ore 21,00

Ingresso libero

Carlo Verdone e Barbara Palombelli presentano il nuovo libro di Fulvio Abbate, Roma vista controvento

ROMA VISTA CONTROVENTO  

«Fulvio Abbate», scrive Carlo Verdone nell’introduzione, «cerca in queste pagine di restituire la perfetta percezione degli elementi analizzati e dei loro simboli, eliminando i risaputi luoghi comuni e le ovvie banalità da racconto turistico, attraverso uno sguardo pieno di acuta ironia e stupore. La curiosità intatta di chi ama profondamente Roma nel bello, nel brutto, nella magnificenza e nella miserabilità».

 

FULVIO ABBATE

Fulvio Abbate è nato a Palermo nel 1956, e vive a Roma dal 1983. Scrittore, critico d’arte e inventore della televisione web teledurruti.it, ha pubblicato, fra l’altro, i romanzi Zero maggio a Palermo (1990), Oggi è un secolo (1992), Dopo l’estate (1995), La peste bis (1997), Teledurruti (2002), Quando è la rivoluzione (2008), Intanto anche dicembre è passato (2013). E ancora, Il ministro anarchico (2004), Sul conformismo di sinistra (2005), Pasolini raccontato a tutti (2014). Nel 2012, il Collège de Pataphysique di Parigi lo ha insignito del titolo di Commandeur Exquis de l’Ordre de la Grande Gidouille. Nel 2013 ha ricevuto il Premio della satira politica di Forte dei Marmi.


ROBERTO PAZZI, Vangelo di Giuda (Bompiani)

Reportage della serata (foto Tassinari)

Venerdì 10 luglio, ore 21,30

Ingresso libero

Vincitore del super premio Grinzane Cavour 1990 

A Capri, nell’attesa della fine, l’imperatore Tiberio ascolta le parole di una enigmatica apparizione notturna: la donna recita i versi di una misteriosa opera su Gesù di Nazareth, mentre dalla Palestina, sullo sfondo di un impero in disfacimento, giungono inquietanti conferme della verità profetica del poema. Si consuma così il vero tradimento di Giuda: non quello di aver consegnato il Cristo alla morte, ma di averne imprigionato il messaggio nella scrittura, destinata a diventare strumento di dominio nelle mani di una casta di esegeti, che avrebbero attribuito alla sua parola il significato a loro più conveniente per esercitare la supremazia sugli uomini.

Roberto Pazzi

Poeta, narratore e giornalista, vive a Ferrara dove ha insegnato nella scuola e nell’università e tiene corsi di scrittura creativa. I suoi romanzi sono tradotti in ventisei lingue ed è considerato tra i più originali e visionari scrittori italiani. Vincitore di importanti premi letterari come il “Premio Selezione Campiello”, il superpremio “Grinzane Cavour”, il “Montale”, il “Procida Elsa Morante” e due volte finalista al “Premio Strega”. Dei suoi diciannove romanzi i più recenti sono: Dopo primavera (Frassinelli 2008), Mi spiacerà morire per non vederti più (Corbo 2010) e D’amore non esistono peccati (Barbera 2012). Presso Bompiani ha pubblicato La stanza sull’acqua (2012), L’erede (2013), La trasparenza del buio (2014).


TONINO ZANGARDI, L'esigenza di unirmi ogni volta con te (Imprimatur)

Reportage della serata (foto Tassinari)

PALAZZO RACCHETTA, venerdì 17 luglio, ore 21,30. Ingresso gratuito

“Ecco siamo qui. Questa è la nostra storia d’amore. Queste sono le nostre vite. Questo è tutto quello che abbiamo fatto. Ci afferriamo per mano. Siamo io e lei stretti con il niente intorno. Ci muoviamo con gli stessi passi tenendoci al riparo”.


Giuliana e Leonardo. Lei cassiera in un supermercato. Lui, poliziotto. Lei, sposata, un matrimonio tranquillo e una vita fin troppo normale. Lui deluso dalle donne e un mestiere che è una vocazione. Poi c’è Martino, il marito innamorato e devoto di Giuliana. Leonardo e Giuliana si incontrano alla cassa del supermercato, lui la salva da un tentativo di rapina. Nasce un amore che è più forte di tutto: dei vincoli, del passato, della razionalità. Nasce un amore che è un’esigenza di stare insieme, di prendersi, di affondare l’uno nell’altra. E che presto si trasforma in una fuga dalle vite di prima e da una colpa senza rimedio. Un viaggio on the road verso una nuova vita e dentro se stessi. Una strada non facile tra cedimenti improvvisi, cadute e risalite. Una corsa contro il tempo in cui non possono esserci vincitori. Una storia raccontata a due voci in cui misurare distanze, avvicinamenti, identità, in una spirale che lascia senza fiato.


Tonino Zangardi


Tonino Zangardi è regista di numerosi documentari e programmi per la televisione. Per il cinema ha realizzato come regista e sceneggiatore: Allullo Drom - L’anima zingara (1992) con Isabella Ferrari; Prendimi e portami via (2003) con Valeria Golino (Nastro d’argento come Miglior attrice); Sandrine nella pioggia (2008) con Sara Forestier (Premio Cesar come Miglior attrice), Adriano Giannini, Alessandro Haber e Monica Guerritore. Per Rai Fiction ha realizzato come regista la serie Zodiaco - Il libro perduto (2012). Ha diretto e sceneggiato il film tratto da questo romanzo, L’esigenza di unirmi ogni volta con te (2015) con Claudia Gerini e Marco Bocci.


ROBERTO MOLITERNI, Arrivederci a Berlino Est (Edizioni RAI ERI)

Reportage della serata (foto Tassinari)

GIARDINO DELLE DUCHESSE, venerdì 24 luglio, ore 21,00. Ingresso gratuito

Vincitore della terza edizione Premio Letterario Rai La Giara.

Albania 1943. In un comando della milizia fascista si procede al barbaro interrogatorio di un’anziana donna, madre di uno dei capi della resistenza albanese. Tra gli uomini italiani c’è anche il Titta, un giovane siciliano che aveva aderito al richiamo alle armi dell’Italia mussoliniana. Ma in Albania lo slancio militare si è ormai molto affievolito e i dubbi invadono il giovane e i suoi compagni di ventura.

Così in un clima di violenza e totale sbandamento ideologico inizia  questo noir serratissimo, in cui vedremo il giovane siciliano entrare a far parte dei servizi segreti, cambiare più volte nome e identità, attraversando tutta l’Europa dell’est post bellica, dal blocco comunista, fino ai  giorni in cui  a Praga avanzano i carri dell’Armata Rossa. Un racconto complesso e ben costruito che procede con uno sviluppo temporale non lineare.

Berlino est 1982. Con un cambio improvviso di scena, ritroviamo il Titta, ormai maturo signore dall’aspetto anonimo,  in una modesta pensione, quasi sempre chiuso in camera sua, che  ascolta per intere giornate Aria di neve, un 45 giri a cui è chiaramente legata una lunga e travagliata storia d’amore, nata ai tempi della guerra. Allora infatti tra lui, prigioniero dei partigiani albanesi e Malvina, la  bella e giovanissima partigiana che lo aveva in custodia, era nata una relazione d’amore profonda quanto impossibile, che li aveva proiettati in scelte radicali e per certi versi insostenibili. Per strani percorsi carsici del destino era comunque rimasta viva nel tempo con incontri sporadici e intensi. Si incontrano ancora a Berlino, ma il loro amore è messo ulteriormente alla prova, perché tutti e due si ritrovano a far parte dei servizi segreti dei rispettivi paesi che, politicamente su blocchi contrapposti, li controllano a vista.

La polizia segreta, la Stasi, staziona infatti davanti alla pensione del Titta  mettendo in allarme la padrona del piccolo Hotel, ormai convinta che qualcuno dei suoi ospiti nasconda più di un segreto.

Berlino est è un reticolo di strade sul quale si muovono trafficanti di libertà: sono molti infatti quelli che vogliono saltare il muro e lasciarsi alle spalle il grigiore e il controllo comunista. Il Titta con l’ausilio di altri connazionali è imbrigliato in questo traffico, al solo scopo di dare la possibilità di una vita migliore a chi è schiacciato dalle ferree e ottuse leggi del totalitarismo. Tra coloro che vuole mettere in salvo c’è anche la giovane pianista-cameriera della pensione, Hellen, che vuole spiegare le ali del suo talento oltre il muro e per cui il Titta prova una tenera e sincera amicizia . Ma su quest’ultima impresa verso la libertà si spezza il sogno del Titta, quello di poter passare il resto della sua vita a Berlino con Malvina, il suo amore di sempre.

 

Moliterni riesce a governare bene il complesso intreccio degli eventi, a trascinare il lettore per le vie di Berlino est, a fargli sentire le sue strade come una grande gabbia, a fargli respirare il clima di quegli anni dalla Bulgaria alla Praga della rivoluzione, con una scrittura capace di ricreare  tutti i colori delle diverse fasi attraversate dal suo protagonista: dai toni forti e intensi della gioventù inconsapevole e idealista, a quelli cupi di una maturità disillusa, a quelli grigi di una vecchiaia rassegnata con un cuore solo apparentemente in inverno.

Una scrittura che senza sacrificare il ritmo proprio di un noir, è capace di penetrare e scavare i propri personaggi restituendogli tutte le contraddizioni della vita vera.

Il protagonista si chiederà continuamente se siano state le proprie scelte a condurlo là dove si trova, o se la Storia, il contesto, le origini, gli abbiano tracciato un’unica strada percorribile.

Moliterni con una scrittura mai banale traccia un personaggio la cui amara consapevolezza ha il pregio di non essere dimenticata dal lettore.

 

Roberto Moliterni, (1984) è cresciuto a Matera. Dopo gli studi in cinema, nel 2010 ha vinto il Premio Malerba per la sceneggiatura In prima classe.

Ha pubblicato Fare un corto (Dino Audino Editore, 2012), collabora come rubricista a diverse riviste e ha un blog su “Donna Moderna”. Ha ideato insieme a due amici le carte da gioco “Materane”. Arrivederci a Berlino est è il suo primo romanzo.


Storia di Willy e di Valeriano Forzati presunto colpevole (Minerva Ed.) 

GIARDINO DELLE DUCHESSE, venerdì 31 luglio, ore 21,00. Ingresso gratuito

Di Giacomo Battara e Nicola Bianchi. 

Ne parlerà con gli autori Filippo Barbagiovanni Gasparo, consulente giuridico-letterario, Simone Bianchi, avvocato della famiglia Branchi, Davide Tuzzi (investigatore privato che ha collaborato all’indagine)

Interverrà Roberto Mugavero (editore di Minerva). Con la partecipazione speciale di Luca Branchi, fratello di Willy   

GIACOMO BATTARA, giornalista scientifico e scrittore, è autore di saggi e romanzi. Per la casa editrice Minerva cura la collana ‘Narrativa’ e ‘Profili criminali’. 

NICOLA BIANCHI, giornalista, è vice caposervizio di QN - il Resto del Carlino nella redazione ferrarese. Cronista di nera e giudiziaria, ha seguito i casi più importanti del territorio: dall’omicidio Aldrovandi, alle inchieste sul crac Coopcostruttori e sulla costruzione dell’ospedale di Cona.

30 settembre 1988. Lungo l’argine del Po di Goro, tra la nebbia, viene trovato il cadavere nudo di un ragazzo. Ha il volto tumefatto da più colpi provocati da una pistola da macello. Quel ragazzo si chiama Vilfrido Bianchi, per tutti Willy, 18 anni, amato e benvoluto in paese.Le indagini portano a Valeriano Forzati, “Il Colonnello”, noto criminale delle lande desolate del Basso Ferrarese al confine con il Veneto. Forzati, il futuro killer del night Laguna Blu, però con quell’assassinio non ha nulla a che fare e verrà prosciolto. Chi, allora, ha ucciso veramente Willy Branchi? E soprattutto perché? Gli autori tentano di far luce su questo cold case, irrisolto dal 1988, che si è rivelato un’autentica bomba mediatica. Una ridda di personaggi ambigui che annaspano in un mare di menzogne, le atmosfere noir, i segreti di una comunità che ha sempre saputo la verità ma ha preferito nascondersi dietro a un muro di omertà, l’intervista choc di un parroco che svela i nomi dei possibili responsabili. Ma soprattutto il coraggio di Luca, fratello della vittima, e con lui di un giornalista (Nicola Bianchi), un avvocato (Simone Bianchi) e un investigatore privato (Davide Tuzzi) che, 26 anni dopo l’efferato omicidio, riprendono in mano il fascicolo e fanno riaprire l’indagine.

Questi gli ingredienti di una storia vera che offre colpi di scena sorprendenti fino all’ultima pagina.


LARA FOLLETTI, Il sasso che alza il cielo (Faust Edizioni)

GIARDINO DELLE DUCHESSE, domenica 2 agosto, ore 21,00. Ingresso gratuito

Il sasso che alza il cielo:

la mia lunga ricerca della verità sui nonni uccisi dai partigiani nella Bassa emiliano-romagnola (Faust Edizioni, collana ‘Historiando’)

Prefazione di Paolo Pisanò

 

Ne parleranno con l’autrice Paolo Pisanò, giornalista professionista, ricercatore storico e coautore con Giorgio Pisanò del libro Il triangolo della morte, Fausto Bassini, editore.

Con la partecipazione speciale di un ex partigiano, classe 1928, che ‘svelerà’ particolari inediti delle stragi comuniste del dopoguerra

 

Come l’equiseto – una piantina umile ma potente, chiamata “il sasso che alza il cielo”, che ogni primavera rinasce nei terreni paludosi – così l’autrice di questo libro ha lottato per anni, nella doppia veste di sociologa e di nipote, alla ricerca della verità sul barbaro assassinio dei nonni materni. Non aveva ancora sei anni, 

Lara, quando il 29 maggio 1945 Domenico Cuffiani ed Emilia Gattia venivano prelevati da due partigiani armati, mentre lavoravano nei campi di Longastrino (un paese tra Ravenna e Ferrara), e trucidati senza pietà sulla golena del fiume Reno. 

Qual è il movente di un’azione così illogica e arbitraria, non avendo i Cuffiani mai fatto male a nessuno?

Dal suo primo articolo di denuncia uscito su Repubblica nel 1990, alla compatta rete di amicizie con i familiari di alcune vittime della ferocia comunista, dagli interventi (più o meno censurati) in convegni e noti 

programmi televisivi, sino agli scontri a testa alta con gli storici locali che «tagliano la Storia con l’accetta», questo sfacciato coraggioso volume ci dona, con emozione e senza filtri di comodo, il percorso netto di Lara Foletti – intellettuale e redattrice di importanti riviste – nei Gironi Infernali delle Stragi Partigiane. Narrando anche le vicende di una guareschiana Brescello delle Valli, e di una saga familiare contadina, dagli inizi del Novecento al dopoguerra delle cooperative rosse. 


LARA FOLETTI. Sociologa allieva di Francesco Alberoni, ha curato l’edizione italiana del Dizionario di psicologia e del Dizionario di sociologia per la casa editrice Gremese. È stata ospite di trasmissioni Rai e Mediaset, e ha tenuto rubriche sulle storiche riviste “Effe” (di cui è stata cofondatrice) e “Minerva”. Suoi articoli sono apparsi nei quotidiani “Libero”, “Il Foglio” e “la Repubblica”.  Il “Chi è?” delle donne italiane: 1945-1982 di Marina Ceratto (Mondadori, 1982) le ha dedicato una voce.


(CONTINUA: PAGINA IN ALLESTIMENTO... vedi programma e qualche foto alla pagina:

Programma Giardino Letterario )